Incolpare

incolpare

Spesso le nostre azioni sono per noi motivo di orgoglio. Pensiamo che le nostre idee, le nostre convinzioni siano seducenti. Diamo sempre un maggior valore ai nostri pensieri. Ci consideriamo nel nostro intimo persone speciali degne di fortuna  e considerazione.

Spesso però non tutto nella nostra vita si risolve alla perfezione e in modo leggero. Per una combinazione di eventi, per l’intervento del destino che interferisce nei nostri piani, per un influsso delle stelle che fugano ogni luce positiva, per un gioco raffinato di situazioni i nostri piani vanno in fumo e sperimentiamo la disfatta.

Ci ritroviamo davanti alla perdita di un lavoro, alla fuga di un marito, al divorzio di una figlia, alla morte di un nipote. Il primo istinto è quello di incolpare qualcuno della sconfitta.

La ragazza ricca e infelice incolpa il padre che le ha lasciato tanta eredità,  il figlio che ha perduto una occasione di lavoro all’estero incolpa la madre titubante, la ragazza  nubile incolpa il padre per la sua severità, il marito incolpa la moglie dei suo errori sul lavoro.

Si tratta solo di un sistema per nascondersi, per fuggire in modo stupefacente dalle proprie responsabilità, per andare lontano.

Le conseguenze sono che nessuno ci può consolare e che ce la prendiamo fortemente con il mondo intero. Ufficialmente è sempre colpa degli altri.

In fondo è comodo credere che sia tutta colpa degli altri se siamo andati in rovina. Magari è colpa del flusso negativo dell’invidia. Ogni occasione è buona per scaricare sugli altri la nostra frustrazione.

La maturità sta proprio nell’accettare i propri limiti e le sfide del destino. Se si impara a gestire il flusso degli eventi che ci accadono possiamo intervenire in anticipo e ottenere qualche spiraglio di luce anche nell’accadimento più difficile da sopportare.

 

Ester Eroli

 

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