L’altra faccia della cattiveria

Nella novella Rosso Malpelo lo scrittore siciliano Giovanni Verga descrive la povertà e lo sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia. Il protagonista è un adolescente emarginato che lavora duro nelle cave di rena siciliane. A causa del colore dei capelli, viene maltrattato da tutti e non riceve affetto da nessuno. Infatti secondo un pregiudizio popolare il rosso dei capelli è sinonimo di male, di perversione. Malpelo, come viene ben presto apostrofato, cresce selvatico, solo, trattato come una bestia da soma, preso i giro da tutti. Nessuno mostra pietà per lui. Le persone del paese gli tirano i sassi dietro lo prendono a calci. Lui non ha la possibilità di sottrarsi al suo destino. Dopo la morte del padre diventa ancora più chiuso. A un certo punto lui reagisce al male infliggendo agli altri, persone e animali, altrettanta sofferenza. Cerca di reprimere i sentimenti di compassione e diventa uno spietato persecutore di un giovane fragile e dell’asilo che batte senza pietà, con accanimento. Si compiace quasi di essere cattivo e insensibile. Il piccolo giovane viene tormentato e picchiato, insultato da Malpelo, che vuole spingerlo ad affrontare la vita in modo aggressivo. La vita per Malpelo è una continua sfida. Quando muore il suo piccolo amico Malpelo diventa ancora più spietato. Malpelo picchia l’asino selvaggiamente adducendo come pretesto che l’asino non può agire liberamente perché se potesse ci strapperebbe la pelle a morsi. Nella realtà spesso si incontrano persone cattive, spietate, che ci perseguitano, ci ostacolano per il puro piacere di farlo, senza avere un tornaconto personale. L’energia negativa spesso si scatena contro gli umili, gli indifesi, i derelitti. Il cattivo probabilmente sarà una persona frustrata che si sfoga con gli altri. Una persona che, stanca di subire soprusi, diventa all’improvviso un serial killer a tutti gli effetti. Molti capi di aziende provano un gusto matto a perseguitare i dipendenti anche senza motivo e alcune donne manager sono anche più crudeli. Una persona invece dovrebbe imparare a non rispondere al fuoco con il fuoco. Il rancore, il malanimo non aiutano nessuno. In alcuni casi la serenità interiore è il massimo della felicità.

Ester Eroli

 

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