La crisi e la vendetta

infradito indossate dal costo di 800 euroL’idea mi venne un po’ di anni fa quando spiravano già i primi venti della crisi che ora sta mostrando tutto il suo ghigno. Camminando per vie del centro vidi un paio di ciabatte di una notissima casa di moda italiana che sponsorizzava un mascalzone un po’ latino.

Erano infradito di plastica e costavano 800 euro. Pensai “dovrebbero essere fatte di platino per costare quella cifra” Proseguii indignata poi di nuovo le ciabattine rosa apparvero nei miei pensieri, feci dietrofront tornai ad osservarle per appurare che la mia vista non avesse problemi. Erano 800 euro precise e secche, lo stipendio mensile di un comune mortale. 20 mattine di alzataccie, imbottigliamenti nel traffico, maltrattamenti in ufficio, piedi che fanno male nelle scarpe la sera, e insomma 20 giorni di duro lavoro che vedevo sfumati in un qualcosa di plastica rosa abitato da appendici del corpo che spesso emanano cattivo odore. Beh fu allora che meditai la vendetta. Se questi mascalzoni latini prendono in giro noi perché noi non possiamo prendere in giro loro?

Vorrei spiegarvi bene come funziona affinché possiate farlo anche voi. Innanzitutto sappiate che non esistono cartelli che dicono “non si può entrare in questo negozio” forse in qualche negozio leghista del Nord ma per ora sono pochissimi, per cui anche la boutique della quale guardate le vetrine come fossero l’anteprima del paradiso e la commessa l’angelo Gabriele, sappiate che quell’angelo è pagato ed è tenuto per aprire la porta ed accogliere chiunque chieda di entrare nel negozio. Comunque se proprio volete fare una manovra credibile fatemi prestare una mise adatta all’occasione, dalla zia milionaria, l’abito del matrimonio della sorella, il vestito delle occasioni dalla mamma e relativi accessori, insomma ingegnatevi per apparire ricchissimi. Una volta dentro non crediate di essere arrivati nell’eden, siete semplicemente in un luogo dove sono raccolto abiti di buona qualità che costano esattamente un decimo di quello che fanno pagare. Quindi niente soggezione e indirizzate alle nobili vesti l’interesse che mettete nello scegliere una mozzarella piuttosto che un’altra, sapete sempre merce è. Non considerate la commessa, o meglio degnatela di interesse al pari dei vestiti se ha il buongusto di non farvi una radiografia istantanea ma di farsi gli affari propri mentre voi osservate, oppure rimettetela al suo posto se la bionda con l’aria da nobildonna tende a farvi sentire dei pezzenti fuori luogo. Altro “must” non chiedete i prezzi, primo perché tanto non le comprerete mai le cose che vi farete mostrare (ma questo è un segreto tra noi) secondo perché i ricchi quelli che spendono 800 euro in ciabattine di plastica non chiedono i prezzi e soprattutto non chiedono un capo ma un intero guardaroba. Quindi all’opera… fatevi mostrare un intero guardaroba e provatevelo ma senza mostrare troppo entusiasmo, solo un tiepido apprezzamento. Se siete attori nati potete anche fare paragoni tra quello che state indossando e gli ultimi acquisti fatti nella maison dello stilista rivale. Petto alto mento all’insù provate, giravoltate, toccate ciò che non potrete mai acquistare per un’ora o due è vostro. Il finale di questa commedia? E’ un bel “no grazie”, è sospirare con aria di sufficienza “mi spiace, non ho trovato niente di mio interesse”. In fondo la libertà di scelta è come il libero arbitrio universalmente riconosciuto e non punibile. Non fatevi sensi di colpa per le commesse, è un posto ambitissimo oggi come oggi, per arrivare fin là hanno passato selezioni durissime, sono in grado di incassare con il sorriso qualsiasi colpo. Voi non avete fatto niente di male e loro proveranno la stessa frustrazione che prova la gente comune nel vedere uno stipendio intero che s’infila come due dita dei piedi in un paio di ciabatte.

 

Valentina Roselli

 

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