Paesi diversi

Paesi diversiQualche volta ci capita di tornare a visitare paesi che ci hanno visto piccoli. Sono paesi che ci appaiono profondamente mutati. La strada per arrivare magari non è più bianca, fatta con brecciolino tagliato finemente, è asfaltata. La chiesina di campagna con la scalinata in marmo bianco e il campanile, ormai diroccata è stata sostituita da una costruzione in cemento. Eppure su quelle scale molti giovani sono passati per seguire la processione serale con in mano i ceri colorati accesi durante la festa del patrono. Lungo la strada rupestre che corre intorno ad alcune case non ci sono più alberi di frutta ma una pompa di benzina. Al posto di antichi palazzi sorge magari un centro commerciale a più piani. Il business ha preso il cuore della gente. Il campo di calcio per i giovani è stato venduto dal comune ai privati. L’area appare completamente edificata. Palazzine, villette a schiera occupano l’orizzonte impedendo la vista della luna nel cielo. Le costruzioni sono fatte alla rinfusa, senza logica. Edifici alti affiancano palazzine basse. Gli spazi verdi si sono ridotti nel tempo. Al posto dell’oratorio, che ospitava giovani di ogni età, sorge un agglomerato di cemento dove si vendono moto e auto. I campi da tennis immersi nel verde sono abbandonati a se stessi, nel totale degrado. Il parco pubblico, dove i bimbi giocavano indisturbati, lasciato all’incuria. Parte del parco lo troviamo occupato da un casermone in cemento grigio dove è stato costruito un centro anziani. Tutto intorno capannoni industriali fatti con materiale scadente. Nella zona del gioco delle bocce magari troviamo un complesso alberghiero con piscina. Il fontanile del paese, monumento cittadino, diventato luogo di ritrovo di drogati della zona. Una discoteca sorge all’ingresso del paese disturbando le notti degli abitanti. Nel cuore del paese le panchine di pietra sono state distrutte con atti vandalici e mai sostituite. Nessuna donna del paese vi siede più. La sera un silenzio irreale avvolge il paese, tutti vedono la televisione concentrati sui programmi . Non si sentono più le chiacchere degli anziani. Un tempo di sera il paese era vivo. Il forno a legna del paese, usato da tutti gli abitanti a turnazione, è stato tolto. Al suo posto troviamo un negozio alimentari che vende surgelati e confezioni. I campi limitrofi al paese, un tempo coltivati, sono divenuti luoghi di deposito di materiali edili. Nella sede del comune al posto dei gerani al balcone troviamo piante finte ornamentali. Ci guardiamo intorno e non troviamo il profumo dei dolci cotti in forno, gruppi di giovani ridenti, i campi di grano, i fiori alle finestre, coppie di fidanzati davanti alla chiesa. Al posto di chiese sconsacrate troviamo boutique che vendono abiti non adatti alle anziane del paese. Il mondo dei paesi va in frantumi e schegge colpiscono i nostri occhi, feriscono il cuore. A occhi aperti sognando si può rivedere i fuochi d’artificio rispecchiarsi nelle fontane, le ghirlande di fiori della processione, il profumo dei croccanti. I paesi sono frantumati in piccoli spicchi di ricordi che affollano la mente, desiderosi di rivivere anche solo per un istante. Come in un film si può rivedere i costumi tipici, le corse di cavalli, il suono dell’organo solo nella mente. Al posto dei panni stesi ci sono antenne per i telefonini. Gli antichi rituali mancano. Certe volte non è il caso di tornare.

 

Ester Eroli

 

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