Quotidiana informazione – free press

Da qualche anno a questa parte un evento epocale ci ha cambiati enormemente.

Un’inezia, se vogliamo, si é inserita nelle nostre vite cambiando radicalmente il nostro modo di vivere gli spostamenti coi mezzi pubblici.

Non sto parlando di tecnologie avveniristiche o prodigi del sapere umano, no. Banalmente, carta e inchiostro hanno superato la barriera protettiva che ci portiamo addosso dai tempi delle superiori – per i più fortunati, altri ci si scontrano anche all’università – quella spessa pellicola di diffidenza verso la parola scritta, e hanno cominciato a rappresentare una interessante lettura informativa.

Giornali come LEGGO, METRO, CITY, E-POLIS, D-NEW e, l’ultimo partorito, IO SPIO (per citarne solo alcuni), ci traghettano con leggerezza nelle infernali traversate da pendolari.

La formula é semplice e a prova di bomba. Un giornale snello, ricco di news formato mini e, fondamentalmente, senza esborso di denaro.

Molti attribuiscono il successo editoriale proprio a questo fattore – che è un pò il motore che muove i vecchietti a tirar via 20 copie alla volta per foderare la gabbietta del criceto – ma non é questo l’unico incentivo.

La cosa veramente interessante é il taglio “giornalistico” che si attribuisce alle free press, l’identità che man mano hanno assunto; in autorevolezza e spessore.

Negli anni la popolazione metropolitana si é abituata a questi mezzi di informazione spicciola e ha scelto la testata che più delle altre rispondesse al suo fabbisogno giornaliero di mini notizie.

Non a caso é da poco nata IO SPIO, di spiccato interesse scandalistico, laddove le altre più radicate free press si dedicano, con maggiore o minore attenzione, a politica, sociale, sport, spettacolo e oroscopi.

Le ragioni della proliferazione e la vastità di copertura nazionale mi sono sempre rimasti ignoti seppur capendo come la pubblicità la faccia da padrone costituendo una forte ossatura di supporto.

Eppure qualcosa mi sfugge.

Non riesco a capire il forte ascendente che esercitano sulle masse.

Ne parlo come uno dei tanti che si lascia dolcemente cullare da scoop bizzarri, notizie superficiali e grandi temi sociali sorvolati da chilometri di distanza.

Ad ogni modo, nei recessi della mia mente assonnata, riesco ancora a percepire che quel che leggo non é che una minima parte, “un’imboccata” di conoscenza, la punta dell’iceberg dell’informazione.

Penso che i temi che ci interessano vadano approfonditi, scandagliati e, per quanto possibile, affidati a giornalisti esperti e vogliosi di cimentarsi con grandi problematiche.

Con questo non voglio denigrare il lavoro dei tanti collaboratori che prestano la loro capacità di sintesi al servizio del sapere popolare, anzi. C’é sicuramente una lode da attribuire alla mente che sta dietro questo business.

Tralasciamo l’aspetto economico.

L’idea di fondo, quella utopistica, é da encomiare: rendere le persone curiose, interessate, capaci di intrattenere una minima conversazione da ufficio e soprattutto trovarle un utile impiego del tempo noioso e monotono passato sui mezzi pubblici.

Se ci pensate, neanche l’utilizzo di schermi tv sui treni metropolitani é riuscito a stemperare la febbre da quotidiano free e la cosa deve far riflettere: la Tv é sempre stata una potente calamita ma su questo fronte, contro la carta stampata, non ha potere alcuno.

Come un moderno don Chischiotte in sella al suo destriero, la free press, “lancia in resta”, si scaglia contro il mulino a vento dell’ignoranza…speriamo abbia maggior fortuna dell’ammaccato eroe Andaluso.

 

Simone Gentile

 

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