Violenze private sulle donne

Negli ultimi tempi registriamo un’elevata prevalenza di violenza nei confronti delle donne, alcune uccise persino dai propri compagni e familiari. Lo stato italiano è stato pesantemente redarguito dalle Nazioni Unite per il suo scarso impegno nel contrastare la violenza nei confronti delle donne. In Italia non si seguono in questo campo gli standard internazionali. Per questo motivo molte associazioni culturali di donne, che operano a livello nazionale, condividono un impegno comune e sono giunte a elaborare una Convenzione caratterizzata anche da una proposta politica precisa alle istituzioni come governo, comuni ecc. Le associazioni in questione hanno proclamato il 25 novembre come giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Alle istituzioni le associazioni chiedono un cambiamento concreto di mentalità, una politica attiva volta a proteggere l’immagine stessa delle donne anche attraverso l’intervento massiccio su media e pubblicità, la creazione a livello locale di centri antiviolenza capaci di accogliere e proteggere le vittime, l’avvio di politiche adeguate, incontri con le rappresentanti della Convenzione per un confronto di merito, la discussione di queste tematiche in Parlamento, nel Consiglio dei ministri, nelle giunte regionali, la creazione di una legge regionale ad hoc che permetta ai comuni di avere risorse certe per sostenere i piani di zona e i piani di sensibilizzazione, la formazione di tutti i soggetti che lavorano nei vari settori antiviolenza come pronti soccorso, servizi sanitari, medici di base, servizi territoriali, pubblici ministeri, giornalisti, forze dell’ordine, creazione di una banca dati, rielaborata dall’Istat, sui fenomeni violenti, resa comunicante con le banche dati delle forze dell’ordine, la creazione di un futuro Osservatorio nazionale sulla violenza alle donne, raccolta sistematica nelle questure di denunce su atti persecutori e violenza domestica, l’affidamento dei figli al genitore non violento, la creazione di uffici giudiziari con sezioni specializzate in materia e la possibilità di avere procedure semplificate, la possibilità di poter dar vita a meccanismi risarcitori, la possibilità di creare corsi e master in materia, intervento sulla didattica con campagne informative capillari. Negli ultimi tempi di grande aiuto è stato poi il telefono rosa appoggiato dall’associazione nazionale volontarie. L’agenda politica deve mettere in conto l’analisi di questi problemi.

 

Ester Eroli

 

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