In origine il copyright è un istituto giuridico che tutela i creatori di opere. Bruxelles nel 2019 si è occupata del problema dei diritti d’autore e delle pubblicazioni soprattutto per tutelare le pubblicazioni su stampa e online e per responsabilizzare i prestatori di servizi di informazione online. L’obiettivo dei paesi ue era quello di disciplinare il campo delle pubblicazioni su internet che spesso erano in preda all’anarchia. La complessa questione ha portato a un disegno di legge di delegazione europea che ha stabilito delle direttive e i principi base del rapporto con i giganti del web. I singoli paesi europei hanno tempo fino al sette giugno 2021 per mettersi in regola.
La legge, anche italiana, prevede il riconoscimento degli editori dei giornali al diritto d’autore per il riutilizzo delle pubblicazioni online, per bloccare la pubblicazione non autorizzata di testi protetti dal diritto d’autore e rafforzare la posizione degli autori nei confronti del web e degli editori. In altre parole si è tentato di conciliare la libertà di rete con i diritti d’autore. Il negoziato è stato lungo per bilanciare tutti gli interessi, ossia quelli dei fornitori di notizie, degli utilizzatori degli accessi ai contenuti online.
Si è riconosciuto espressamente il diritto degli editori di chiedere una remunerazione per l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni nel mercato unico digitale. Le citazioni sono protette senza pregiudicare la libera circolazione delle notizie. Solo gli estratti brevi possono essere pubblicati e condivisi in modo libero. Si stabilisce che occorre una quota spettante all’autore e all’editore e che sono necessarie delle autorizzazioni prima mancanti.
Questa legge ha dato vita a delle proteste in vari ambiti. Infatti la attività degli uffici stampa è stata alquanto menomata e limitata, con meno capacità di azione.
Ester Eroli