Invidia distruttiva

Invidia distruttivaCi sono forme di invidia costruttive, stimolanti. Ad esempio l’invidia delle donne per il sesso forte ha dato vita a donne emancipate e realizzate, senza paura, a donne professioniste valide perfettamente inserite nel mondo del lavoro. L’invidia di una gemella per la sorella più solare e attenta ha creato un essere migliore. L’invidia per le persone sicure ha dato come frutto persone più affidabili. L’invidia, anche quella forte, non è solo un inganno ambiguo, un sentimento nefasto e istintivo. L’invidia per il potere genera persone amanti della conquista, più determinate, meno dubbiose. Tuttavia esiste anche una invidia deleteria che fa piangere le vittime. L’invidia è sempre stata eternamente la spina nel fianco di qualsiasi uomo, che l’ha bloccato e distrutto lentamente. Non si può stare al gioco con un amico troppo invidioso. In passato comunque si invidiavano le capacità, l’intelligenza, la bellezza, le qualità di una persona che si cercava di imitare, perché in fondo, senza ammetterlo si ammirava. L’invidia che serpeggia ai nostri giorni è distruttiva, confonde, è incapace di distinguere il bene dal male. E’ un invidia diversa, più rigida, capace di fare il male, di fare dispetti. Si invidia la persona ricca anche se disonesta, anche se ha ottenuto i soldi in modo illecito, si invidia l’uomo che espone la donna bella al proprio fianco come un trofeo incurante della sua essenza di donna. Si prova gelosia per teppisti che hanno la moto all’ultima moda, o la ragazza che si prostituisce portando però abiti da sera firmati. Ci si innamora di simboli, di simulacri senza distinguere. L’invidia piomba addosso rapida in modo insopportabile, ci rende sospettosi, diffidenti, privi di fiducia nel prossimo. Allora ci ritroviamo la fiancata dell’auto distrutta, le piante del giardino divelte, la stanza dell’ufficio a soqquadro, le email cancellate di proposito. L’invidioso impavido si accanisce, colpisce nascondendosi dietro una falsa amicizia facendoci sentire male . Oggi si invidiano i soldi, i possedimenti, i gioielli, gli abiti firmati, gli orologi di marca, le belle donne, i play boy. Si mostra preferenza per l’avere non per l’essere, perché secondo la nuova logica avere è anche essere. Chi non ha niente ed è intelligente non entra nell’olimpo, non sta fra quelli che contano. Chi decide è sempre la persona ricca e potente, gli altri sono nullità. Si invidiano gli uomini potenti che hanno scalato le vette del successo senza merito. Si è attenti alla scaltrezza, si invidia la furbizia. L’invidia distruttiva, corrosiva distrugge i valori, ci inonda di veleno. Il mondo moderno sta precipitando verso un’invidia senza confini, malefica. Ragazze che servono nei bar maltrattano una cliente solo perché questa indossa una pelliccia e un anello d’oro. Per invidia le voltano le spalle, le rivolgono parole scortesi. Certi atteggiamenti invidiosi ci fanno sorridere. Bisognerebbe bandire il sentimento di invidia, uno dei sette vizi capitali e se non si può fare a meno di invidiare di scegliere almeno l’invidia costruttiva quella che di stimola, che ci fa crescere sia pure per sola emulazione.

 

Ester Eroli

 

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