Julien Green

Julien Green era nato a Parigi nel 1900 da genitori americani. La madre ea figlia di un senatore democratico della Georgia. Dopo la morte della madre la famiglia si trasferì per qualche tempo in Francia e poi in Virginia dove studiò nella università cittadina e si convertì al cattolicesimo dopo una infanzia legata alla religione protestante e fece convertire pure il resto della famiglia.  Dopo vari tentativi nel campo della pittura scrisse il primo libro in inglese seguito da altri racconti e romanzi. Si dedicò all’insegnamento della letteratura e compì molti viaggi anche in Italia. Morì a Parigi dove era tornato nel 1998  ed è sepolto in una basilica austriaca come era suo volere accanto al figlio adottivo.

Tutti i suoi scritti sono legati al tema della fede, delle classi sociali, della ipocrisia sociale, della lotta fra il bene e il male, e al tema della omosessualità da lui vissuta in prima persona, con i dubbi, le persecuzioni, le esclusioni e le discriminazioni. Fu il primo membro straniero eletto nella accademia di Francia. I suoi scritti in francese e inglese furono anche tradotti. La sua opera principale sono i diari in 19 volumi che racchiudono un epoca che va dal 1919 al 1998. E’ la cronaca, la ricostruzione fedele di un epoca storica e culturale in uno stile austero e sobrio. Ha scritto molti racconti e romanzi importanti come Essere un altro, l’innocenza ambigua, la notte dei fantasmi. Ha avuto molti premi  e riconoscimenti. Il suo romanzo più apprezzato è Mont Cinere ambientato nella sua cara Virginia. E’ la storia di una ragazza Emily profondamente attaccata ai suoi beni e alla tenuta ereditata insieme alla madre dal padre morto prematuramente. Il suo è un attaccamento viscerale e morboso, ma non è la sola ad amare solo i beni materiali. Sua madre, isolata dalle proprie ossessioni e sofferente di solitudine, si rivela ben presto avida, avara e impone alla figlia severe restrizioni ed economie pur non essendo necessario. La costringe a non ricevere ospiti, a non andare in chiesa, a non spendere se non per abiti usati., a non accendere il fuoco per riscaldarsi  La madre vende pure gli oggetti e i quadri di casa per ricavare denaro e non si mostra neppure sollecita  e ospitale nei confronti della madre malata che è costretta ad ospitare nella grande casa lussuosamente arredata. Emily ha solo un unico amore quello per la casa paterna di cui è gelosa, e detesta l’intrusione della madre. Lei desidera solo essere l’unica padrona della casa come sua madre. Per passare il tempo si reca in chiesa per fare dei lavori di beneficienza ma senza trarne vantaggio, sollecitata dal pastore che la vede distante dalla chiesa. Per sottrarsi alla tutela materna e per avere una autorità cui fare capo per rivendicare la casa si sposa all’improvviso con il giardiniere, un uomo povero, vedovo e con una figlia. Emily scopre che il marito nutre delle mire sulla sua tenuta e si rende conto che pure lui è avido e meschino. Lui vorrebbe far crescere la figlia, dopo la morte di parto della amata moglie, nella tenuta con giardino di Emily ma lei si oppone e per rabbia in un accesso di ira brucia la casa e perisce nel rogo propria quando un attimo prima la chiesa le aveva offerto un posto di lavoro.

Se fosse stata meno dura, meno avida, meno egoista Emily avrebbe potuto lavorare, migliorare la tenuta con l’aiuto del marito, far crescere bene una povera orfana, e magari avere anche un figlio proprio. Se solo fosse stata più oculata meno possessiva avrebbe potuto condividere ricchezze e gioie. Emily non era stata abituata a condividere, la madre stessa la abbandona lascia la casa e le nega l’accesso ai soldi liquidi lasciandola alle prese con i debiti. L’egoismo non porta da nessuno parte è solo fonte di dolore, rabbia, rancore e perdizione.

 

Ester Eroli

 

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