Nuove frontiere dell’amicizia

Nuove frontiere dell’amiciziaNel mondo moderno si sperimentano nuove forme di amicizia. Sono comparsi nuovi modi di essere amici. In generale nessuno vuole rinunciare all’amicizia, almeno sulla carta. Si sente sempre l’urgenza di avere amici, che rendono sereni . La magia dell’amicizia ha il suo fascino. Per non sentirsi soli, emarginati, si punta sugli amici con una luce benevola nello sguardo, con un sorriso negli occhi. Ci sentiamo legati agli amici da fili trasparenti autentici e importanti. Gli amici riempiono la nostra vita come un bicchiere di vino. Nella vita lasciamo sempre spazio a una nuova improvvisa amicizia, che speriamo sia durevole, sia affettuosa. L’idea di partenza è quella di avere molti amici sempre a portata di mano per trovare la propria dimensione. Non stiamo nella pelle quando frequentiamo persone affini a noi, che non ci annoiano, che basta uno sguardo per intendersi, che non ci danno fastidio, che ci danno consigli, che sbloccano le nostre situazioni . In questo modo non si disperdono energie. Ci mettiamo in marcia per trovare sempre amici geniali, sentimentali, sinceri. Le scelte vitali nel campo delle amicizie influenzano altre scelte. Restiamo immobili in un posto perché abbiamo dei legami, lasciamo un lavoro per seguire un amico positivo in una missione. Diamo retta solo ai consigli degli amici, giudicati intoccabili, senza alternative possibili, senza seguire altre strade. Ci fermiamo a ricordare gli amici dell’università e vorremmo che restassero per sempre nella nostra vita, mentre alcuni ci appaiono già distanti . Ripercorriamo a rallentatore con la mente le immagini sfocate del passato. Riguardiamo le foto degli anni dell’infanzia con avida attenzione. Rivediamo il flusso di persone che hanno toccato nel tempo il nostro mondo. Spesso siamo impazziti per la nostalgia, per la malinconia . Abbiamo conosciuta molta gente, molti sono entrati nei nostri sogni anche involontariamente. Poi le esistenze hanno preso altre direzioni, difficili da afferrare. Abbiamo creduto nelle persone, ci siamo immischiati nella loro vita ma poi ci siamo persi di vista. Le persone ci hanno allontanato, hanno avuto con noi un approccio più distante, hanno guardato lontano invece di guardarci negli occhi. Ai loro occhi siamo divenuti persone senza importanza. Molti sembravano non avere più niente da dirci, riservati, ermetici ci hanno fatto uscire dalla porta di servizio. Ci siamo ritrovati in un vicolo deserto, con solo il fardello di anni frammentati sulle spalle. La gente ci ha dimostrato l’indipendenza da noi, di essersi stancata di noi. Il nostro ruolo nell’amicizia è cambiato. Alcune amicizie solide si sono dissolte, sono scivolate via, travolte persino dal pettegolezzo, lettere scritte sono rimaste senza risposta. Alcune amicizie sembra non siano mai esistite. Se si incontrano amici di vecchia data le frasi vengono lasciate a metà, le domande restano senza risposta, l’accordo sembra sfumato, le parole sono tiepide . Ci si accorge di essere di troppo. In questa vita monocolore ci si abitua a portare una corazza dura di indifferenza, mentre dentro vive il nostro tessuto molle come quello di un granchio. I compromessi non servono, le amicizie finiscono, condannate senza appello, senza via d’uscita . A noi resta il nostro mondo con magari un lavoro regolare, una casa in periferia, un ruolo di padre meno definito, i calcoli a fine mese per l’affitto, i pochi soldi da gestire . Ogni tanto vivere con la speranza di essere un’altra persona. Certe grandi delusioni si portano dentro con dignità. Poi magari abbiamo scoperto in televisione, sui cartelloni pubblicitari, sui giornali il nostro amico e ci siamo meravigliati del suo silenzio. Non ci ha reso partecipe del suo successo come di molte altre cose. Ci siamo fermati a parlare in strada con una amica fidata che non ci ha comunicato che si sposava. Siamo usciti di testa per la rabbia, siamo rimasti allibiti . La scelta migliore ci è sembrata quella di stare calmi, di controllare i nervi. Non serviva fare la morale, parlare di tradizione, di affetto. Poteva solo peggiorare le cose. Deboli e sfiniti abbiamo rivisto sotto una nuova luce, la storia di molte amicizie. Abbiamo cercato di decifrare, di catalogare alcuni legami, di buttare l’occhio su alcuni incontri decisivi, senza facili giudizi. Fino in fondo ci siamo comportati da eterni ragazzi poi siamo entrati in crisi. Abbiamo cominciato a sperare nella giustizia divina ad essere avari di sorrisi, di strette di mano. Abbiamo risparmiato l’affetto, abbiamo dispensato meno saluti. Ci siamo irrigiditi con tutti ostinati, senza rimorsi . Abbiamo diviso le amicizie dentro recinti e delimitazioni. Abbiamo evitato contatti, prestiti con gli altri, rapporti intimi e profondi, abbiamo messo paletti . Siamo divenuti sbrigativi, freddi, padroni assoluti della nostra vita. Senza sensi di colpa abbiamo escluso gli altri, godendo in solitudine delle nostre gioie segrete. Abbiamo smesso di comprendere, di commuovere, di assecondare le passioni, di condividere la speranza, la stessa illusione, di ammirare, di scoprire, di aspettare, di rispettare, di accettare. Abbiamo dimenticato la trasparenza, l’umiltà, il perdono. Il primo passo è stato quell’allontanarsi dagli altri, fino al trionfo dell’egoismo, dell’individualismo. Gli altri ci sono apparsi meschini, inferiori, degni di disprezzo. Il concetto di amicizia nel nostro tempo ci è apparso evoluto, mutato. Lo scandalo del nostro tempo è proprio questo: ridurre l’amicizia a un oggetto proibito, rendere tutti i rapporti deboli e leggeri. Dovremo imparare sul serio a rendere i legami forti.

 

Ester Eroli

 

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