POSITIVI

Il covid ci ha fatto conoscere un nuovo linguaggio quasi militare, quarantena, coprifuoco e nuovi termini come positivo, negativo. Positivo sembra un termine pieno di dolci speranze ma non è cosi’. La parola riserva una insidia, una bomba a orologeria. Positivo ora si pronuncia a bassa voce. Si evita di informare gli altri sulla propria positività. Si sussurra ma non si declama. Ci capita di avere un fratello positivo, un nonno anziano e allora tocchiamo con mano una realtà sconvolgente, entriamo in contatto con un mondo nuovo, diverso, sbirciamo l’abisso in cui potremo cadere anche noi. Scopriamo un mondo impietoso pieno di una forza distruttiva senza precedenti. Senza perdersi nei dettagli scopriamo che in farmacia tutti guardano meravigliati e sospetti il soggetto positivo, le giovani commesse e dottoresse guardano sospettose e indifferenti, fanno domande di ogni tipo in presenza di estranei, senza garantire un  minimo di privacy, assumono comportamenti inspiegabili. Nessuno comprende le esigenze del soggetto, la potenza del suo disappunto. Alcuni hanno comportamenti irrispettosi, inaspettati. Il medico di famiglia stesso si mostra nervoso e annoiato, stanco, immerso nei suoi pensieri. Al paziente si danno notizie contraddittorie e lui sente sulla pelle la mancanza di una robusta guida. Non crede di meritare un simile comportamento. Il paziente anziano positivo si reca dal dottore al mattino trafelato, spettinato, spaurito per descrivere i sintomi per avere rimedi. Si aspetta una cura adeguata e riceve solo consigli maldestri. La gente che sa della  positività nel palazzo, nel quartiere scappa, si gira, addita come se il positivo fosse un appestato, da guardare a vista, da rinchiudere.

Nella quarantena si chiede la spesa a casa al supermercato più vicino ma anche questo si comporta in modo ambiguo. Manda ragazzi e ragazze che gettano la spesa con modi bruschi, arroganti, offensivi. Commessi che non salutano, ridono sotto i baffi, sembrano che si schifino, fanno evidenti gesti di ripulsa specie se il paziente è anziano e solo. I commessi mostrano una ostilità meschina che non è normale. Il covid nessuno se lo vuole prendere, e non è colpa di nessuno se una persona risulta positiva al tampone. I figli stessi degli anziani si lavano le mani, si allontanano. Gli anziani postivi devono arrangiarsi da soli, dopo che tutti fanno cenni di ripulsa. Non si può chiedere aiuto a nessuno, bisogna essere indipendenti. Certi anziani scioccati per certi comportamenti sono pure andati soli a farsi la spesa sotto casa. Nessuno si occupa degli altri specie in tempo di ferie.

Dopo una simile esperienza traumatizzante bisogna imparare a superare l’indifferenza degli altri e ricominciare daccapo come nulla fosse.

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