Trasformazioni estetiche pericolose

Valeria Lukyanova, ventenne dell’Ucraina è diventata famosa per aver speso ben 800 mila dollari per una serie di interventi di chirurgia estetica che l’hanno portata a somigliare a Barbie, la bambola più famosa al mondo. Un modello femminile molto amato e seguito specie nell’era della vanità e dell’apparenza. La società moderna ci obbliga ad essere sempre belli, sempre in forma, sempre felici, sempre giovani non sono ammesse cadute di tono. La bellezza deve essere eternamente presente in caso contrario si ricorre al bisturi lucente. Chi ha dei soldi da spendere è in posizione di vantaggio, chi invece è indigente può solo invidiare gli altri che possono realizzare i loro sogni proibiti. Tutto questo è anche un incentivo a guadagnare di più a risparmiare su certe cose a vantaggio dell’operazione di lifting. Si cerca di fermare il tempo, di cristallizzarlo in una forma fissa valida per sempre. La bellezza diventa la card, il lasciapassare più valido al mondo. Una card che arriva in tutti i bancomat, che tocca persino gli animi sensibili. Allora capita di leggere sulle riviste lettere di lamentela di ragazze giovanissime lasciate dai propri fidanzati perché grasse, che invece sono vere e proprie acciughe. Ci sono ragazze magre che si mettono a dieta convinte di non avere le misure giuste. Gli uomini stanno a guardare o stimolano, spingono sulla strada della perfezione a ogni costo. Quando gli altri non ci capiscono, non ci aiutano, non ci amano e fingono di farlo siamo spinti a sperimentare le strade più pericolose, più dure dove potremo rimetterci tutto sommato anche l’osso del collo. Non ci importa di rischiare in fondo nessuno prova un briciolo di pietà per noi, per il nostro piccolo mondo dove siamo solo isole alla deriva, in balia dei flutti. Le isole con il tempo scompaiono riassorbite dal mare senza lasciare traccia. Allora noi per lasciare una traccia ci trasformiamo adeguandoci ai modelli vincenti. Tanto la solitudine è solo dentro di noi, gli altri, tutti impegnati a vivere, non la vedono.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.