Negli anni ottanta la musica aveva un ruolo preponderante. Ai nostri giorni c’è meno entusiasmo anche per effetto forse della crisi economica. Nei lontani anni ottanta, che a noi sembrano invece vicini, si impose un gruppo molto affascinante: gli Alphaville. Gruppo pop-rock di chiare origini tedesche. La voce in particolare era quella del sensuale Marian Gold uno dei fondatori del gruppo. All’inizio si erano chiamati Forever young , che diventò invece il titolo ufficiale di un celebre pezzo diffuso e cantato persino in Australia. Ci sono state varie cover di questa canzone. Le canzoni che fanno acquistare popolarità al gruppo sono Big in Jupan e Sounds like a melody. Mirian Gold poi ha tentato, negli anni successivi, la strada del solista realizzando due album di un certo spessore. Negli ottanta hanno scalato le classifiche e hanno ottenuto un notevole successo. Negli anni la critica ha riserbato al gruppo una accoglienza tiepida. I giovani hanno scoperto nuovi idoli, sono stati attratti da un altro tipo di musica. Il loro astro a un certo punto si è ecclissato, sono divenuti un vecchio ritornello che nessuno canta più. C’è stato è vero qualche rilancio internazionale ma non sensazionale. I giovani si sono rivolti ad altri lidi seguendo nuove mode. Eppure nessuno riesce a dimenticare Mirian Gold che con il suo sguardo ammaliante, con gli occhi truccati come quelli di una donna, cantava nel video avvolto nel fumo cantando soavemente souds like a melody. Sono sequenze indimenticabili. Anche perché scoprivamo con meraviglia che truccato stava meglio che senza trucco. La melodia della canzone ancora risuona nelle nostre orecchie e ci fa ripensare a quei favolosi anni ottanta quanto le preoccupazioni non assillavano il nostro cervello perché la vita era più spensierata. Ora il pensiero delle tasse ci ossessiona e nessuna canzone riesce a farci rilassare completamente. Riascoltare questo gruppo può essere terapeutico e salutare.
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Ester Eroli