ZAMPOGNA

Scapoli, paese in provincia di Isernia, che prende il nome dalla sua posizione, la parola latina significa monte possente, nato nel IX secolo seguendo una pianta circolare fortificata, è la patria della zampogna, troviamo infatti botteghe artigiane vecchio stile e il museo della zampogna. A luglio, l’ultima domenica, si svolge il festival della zampogna con la mostra mercato dove avviene il confronto con culture diverse. Nel nord Europa sono diffuse cornamuse e ciaramelle che hanno quasi  le stesse caratteristiche della zampogna le cui origini sono antiche

Si dice che essa derivi dalla siringa suonata dal Dio Pan greco e latino descritto da Svetonio. Si dice che a introdurla a Roma fu Nerone che la sapeva suonare alla perfezione. Nel medioevo si diffusero molti strumenti a fiato popolari specie nel Lazio e in Calabria e in Abruzzo. I pastori la suonavano durante il pascolo e la transumanza. Lo strumento è composto da un sacco di pelle di pecora. Gli zampognari hanno il loro costume pastorale caratteristico, calzoni di velluto, corpetto di lana di pecora, mantello nero pesante, cappello e scarponi.

Il museo internazionale della zampogna è chiamato con il nome del suo ideatore Pasquale Vecchione. Si trova ina struttura architettonica ristrutturata  di una vecchia chiesa di santa Maria vicino palazzo Mancini. Accanto al museo vi è la chiesa di san Giorgio a tre navate in stile neoclassico.   Il museo si può  raggiungere a piedi dalla piazza principale seguendo la fortificazione longobarda. Il museo si trova nel cuore del centro del paese ed è stato ideato negli anni settanta. E’ stato ingrandito nel 1990 e nel 2010. All’inizio nel 1975 era nato come semplice esposizione annuale per volontà anche di un maestro artigiano locale Benedetto di Fiore che aveva la sua bottega d’arte per costruire zampogne. Il museo si arricchisce ogni anno di nuovi elementi e strumenti anche stranieri. All’interno vi è pure un ufficio informazioni. Il biglietto è ridotto per anziani, disabili, guide turistiche e insegnanti. Per la visita di gruppi è meglio prenotare anche per email. Il museo è divenuto sede permanente nel 2002 e ospita mostre annuali. Il museo nato anche per volontà di una associazione culturale, ripercorre la storia, la leggenda, la tradizione della zampogna nel tempo e riporta modelli storici e moderni. La associazione organizza pure feste a tema con degustazioni di prodotti locali. I modelli riprodotti sono anche originari di Romania, Turchia, Scozia ecc. All’ingresso del paese  a corso Kennedy c’è un altro museo con modelli originali di zampogna esposti in due sale.

Il museo più grande si articola in tre piani. I reperti sono catalogati per tema  e cronologia, alcuni sono stranieri  e sono di valore. Ci sono documenti, foto d’epoca, strumenti a fiato. E’ ricostruita fedelmente una antica bottega artigiana con i suoi strumenti di lavoro. Sono ricordati gli storici costruttori come Ettore di Fiore, Palmerino Caccia ecc. all’interno del museo grande troviamo un presepe perenne di chiara scuola napoletana di san Gregorio armeno. Nel museo sono descritte pure le varie tecniche di lavorazione della zampogna.

Un tempo a Natale pure a Roma passavano gli zampognari, ma negli ultimi tempi non passano più per il traffico, i rumori ecc. Si stanno perdendo molte tradizioni e i giovani ignorano l’esistenza di certi costumi  e usanze. Alcuni non conoscono le zampogne.

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