Anch’io ho paura

anch'io ho pauraUno dei miei professori di scrittura ha appena fatto uscire un altro romanzo. Lui è uno molto particolare, come la maggior parte degli artisti. A parte che lo preferivo quando scriveva meno apertamente di questioni personali perché conoscendolo su certe cose mi vien da ridere. Anche perché è un fan della scrittura realistica e realisticamente interpretata. Di conseguenza, l’immaginazione non c’è e ogni piccolo particolare ce l’hai li, spiattellato sulla pagina. Comunque il libro è scritto bene, nel suo stile e la storia regge in complesso. Il suo personaggio mi fa un po’ ridere. Quasi meta-letteratura. E’ bello capire come si vedono le persone. L’altro personaggio, una tipa che lui chiama Angela, che con non molta fantasia si può intuire sia quasi un’incarnazione delle sue fantasie, è interessante. Il suo ‘lavoro’ consiste nel procurare dall’estero un farmaco veterinario da dare alle persone che vogliono morire. Scabroso. C’è una frase che la protagonista, colta da ‘veritite’ acuta, tira fuori tutto quello che pena sull’altro. Senza censure né indoramenti. Tipico stile del mio prof. E parla della ‘paura dell’invissuto’. Ora non ricordo prima o dopo cosa lo dice ma il concetto è questo: noi tutti abbiamo paura di quello che non c’è stato, che non abbiamo vissuto, che non abbiamo potuto avere. Possibilità che abbiamo scartato. Treni su cui non siamo saltati al volo. Persone che abbiamo perso. E così stiamo a rimuginare all’infinito con se e ma che ci frullano nella testa. E, ovviamente, ci ricordiamo dell’invissuto ogni volta che la strada che abbiamo scelto non ci porta alla destinazione designata. Rimettiamo subito tutto in discussione, non ci va più bene niente. Ma siamo davvero così? Io un piccolo esame di coscienza l’ho fatto e con tutta franchezza posso rispondere si, sono così. Ho sicuramente sbagliato qualcosa se adesso mi ritrovo a fare un lavoro per cui non ho studiato, con amiche che mi hanno abbandonato e occasioni che non ho saputo cogliere. Sono una pasticciona che si organizza per far sembrare di non esserlo. Tante volte ho avuto paura. Di non farcela, non essere all’altezza o di non essere la persona giusta. Ho avuto poche certezze e ho continuato sempre, cocciuta come un mulo, per la mia strada. Sbattendo la testa e facendomi male. Sia a livello personale che lavorativo. E fa male ancora adesso se ci penso. Si è vero ho paura di quello che mi sono persa perché potevo essere una persona migliore, avere un diverso lavoro, o un altro marito. Ma continuando a sbattere ho capito una cosa, più importante di tutto questo. Per quante occasioni io abbia perso, per quanti sbagli abbai fatto, io sono così adesso. Mi sono accettata e cerco di pensare positivo. Non è facile, ma ci provo. Se ho lasciato correre qualcosa forse si ripresenterà. Se qualcuno mi ha fatto soffrire, peggio per chi mi ha persa. Combattere la paura.

 

Giulia Castellani

 

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