Metodi italiani lavorativi

Metodi italiani lavorativiIn Italia appare sempre più difficile trovare un lavoro, tanto è vero che la maggior parte dei giovani pensano di trasferirsi all’estero. Molti sono già partiti alla volta di altre nazioni. I metodi italiani di reclutamento del personale in ogni ambito appaiono poco perfetti. Si tende sempre ad assumere persone segnalate. La raccomandazione è un male che ha radici profonde. Negli ospedali, nelle forze dell’ordine, nei musei, nei ministeri si assumono sempre persone raccomandate da politici, amici, parenti. Nelle università sono nate vere e proprie caste e le cattedre si tramandano di padre e in figlio. Fin qui non ci sarebbe nulla di male se un padre disperato per la sorte del figlio tenta di farlo entrare nella sua azienda. Il metodo della raccomandazione è discriminatorio nei confronti degli altri ma può avere le sue giustificazioni. In alcune circostanze è meglio assumere un parente fidato che uno sconosciuto. Il problema nasce quando i raccomandati non sono all’altezza del loro compito. Ci sono medici che sono di poco valore, ma ugualmente sulla cresta dell’onda perché sono figli di padri illustri. Nella maggior parte dei casi il merito non è contemplato. Allora ci sono i casi di malasanità, di disservizi, di ritardi. Un figlio che non è portato per la medicina sarà un pessimo medico destinato a fare comunque errori. Nella pubblica amministrazione sono state collocate persone incapaci, lente che hanno contribuito a far inceppare certi meccanismi., certe tecniche di lavoro. In alcune case editrici di fama sono state messe persone poco colte, che non sapevano nemmeno scrivere bene. Il raccomandato non sempre è un modello di puntualità, di precisione. Ci sono raccomandati che sono arroganti, presuntuosi, che trattano male gli altri colleghi perché si sentono superiori, pur essendo mediocri. Sono superbi perché si sentono protetti. Avendo le spalle coperte sono capaci di far spostare, riprendere, rimproverare gli altri colleghi. Persone impreparate, maleducate, viziate, sono state messe un po’ ovunque. La raccomandazione man mano che diventava sempre più di moda produceva soggetti strani, dalla mente perversa, poco abili per certi lavori. L’incapacità accompagnata dall’arroganza ha dato vita a metodi di lavoro assurdi. Ci sono stati poi casi clamorosi, ossia giovani appena assunti che sono divenuti per magia subito capi di dipartimento, dirigenti, senza fare nessun cammino, senza nessuna preparazione adeguata. Nessuno ha compreso, soprattutto i mandanti, chi raccomandava, che per fare il dirigente di qualsiasi attività ci vuole un minimo di esperienza e preparazione. Un dirigente deve sapere qualcosa, deve conoscere bene il settore per cui lavora. Questi metodi barbari italiani hanno generato una classe dirigente spesso scadente a scapito della collettività. Una persona valida, colta, in mancanza di raccomandazione, è finita a fare il postino, il panettiere . Molte menti eccellenti sono fuggite all’estero. Abbiamo perso la migliore forza lavoro. Poi siamo arrivati alla totale degenerazione, quando per un posto di infermiera, di commessa, di barista ci voleva la spinta, la raccomandazione. Si è arrivati successivamente a un punto morto, al punto che alla fine molti dirigenti pasticcioni le aziende sono state costrette ad allontanarli e collocarli altrove perché facevano solo danni. Dopo tutta una serie di errori clamorosi alcuni personaggi sono stati allontanati con una scusa dal loro incarico e magari messi in posti meno strategici e messi così in condizione di nuocere meno. I metodi italiani spesso si rivelano inadatti e portano solo al fallimento. La cosa migliore sarebbe quella di agire a monte e non aspettare che tutto precipiti nell’abisso del nulla.

 

Ester Eroli

 

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