Usiamo spesso le parole a nostro piacimento, attingendo al nostro vocabolario più o meno ampio, più o meno ricco. Ricorriamo a una vasta gamma di aggettivi per definire i nostri pensieri intimi, i nostri sentimenti. Ci riempiamo la bocca di parole altisonanti, straniere, particolari. Selezioniamo le parole nel caso dobbiamo parlare in pubblico o a una vasta platea. Le parole dominano la nostra scena quotidiana. Con le parole ci nutriamo ogni giorno leggendo libri, giornali, riviste. Le parole ci servono necessariamente per esprimere disagi, emozioni, stati d’animo, sentimenti, soprattutto sentimenti. Ci rivolgiamo alla nostra metà usando parole suadenti, convincenti, dolci. Quante volte sentiamo la frase ti amo? Molti corteggiatori, amanti, fidanzati e fidanzate nel tempo magari ci hanno detto questa frase così piacevole per le orecchie. Canzoni di musica leggera usano la frase ti amo o l’hanno addirittura come titolo. Pensiamo a ti amo di Umberto Tozzi, un successo del passato che ancora viene cantato e ricordato. Pensiamo che dietro una semplice frase ci sia tutto un sentimento, una passione che non conosce confini, una attenzione continua, un coinvolgimento dei sensi e dell’anima. Si pensa di sentirsi dire ti amo una sola volta nella vita e poi ci si meraviglia di sentirlo molte volte. Molti ci dicono ti amo, tanto per dire, senza intenzione, senza malizia, ma senza amore. Forse al momento ne sono convinti ma poi, dato che tutto passa, passa pure quel rispetto che è inglobato nella frase ti amo. Si dice ti amo anche mentre si pensa a un’altra persona, anche quando si fa una scelta egoista, anche quando si tradisce o si è indifferenti, che è ancora peggio. Il ti amo fra i giovani e gli adolescenti viene sbandierato, urlato scritto con la vernice sui muri, sulle saracinesche dei negozi, sui treni, nei bagni delle stazioni, nelle fermate dei metrò. Ti amo forse per dire mi piaci fisicamente, mi sei simpatica, ti voglio corteggiare, sei il mio tipo, ti penso giorno e notte, ti sogno, ti vorrei per amante, ti desidero come donna o come uomo, ti voglio per amico. Tutto questo però non è amore nel senso puro del termine. L’amore è sacrificio di sé, dedizione, rispetto, volere il bene dell’altro a ogni costo e in ogni circostanza. Non c’è spazio per l’amore egoista fine a se stesso. Si dovrebbe partire dal rispetto, dalla stima e poi passare alla frase ti voglio bene, che non è ancora amore ma ci si avvicina di molto. Attraverso un cammino fatto di comprensione e di rispetto reciproco si arriva a volere solo ed esclusivamente il bene dell’altro anche a costo di rimetterci di tasca propria. L’amore si dona, non ha condizioni, limiti, riserve. Quando si arriva a dire ti amo è perché si ha la consapevolezza che quella persona è speciale per noi, importante per la nostra stessa sopravvivenza. L’altra persona è ossigeno per i nostri polmoni a corto di fiato. L’altro è quello che saremo stati noi se fossimo nati nell’altro sesso, è il nostro alter ego, è la parte maschile o femminile di noi. E’ affine a noi per abitudine, stile di vita. La sua mentalità è la nostra, i suoi gusti sono i nostri, le scelte sono simili, gli obiettivi gli stessi. Di fronte a un evento sappiamo già come si comporterà la nostra metà. Non faremo mai del male alla nostra stessa carne, far del male a lei significherebbe farlo a noi. Ferire con le parole, abbandonare significa ferirsi, lasciarsi andare alla deriva. Non si può abbandonare l’altro, che ci completa, ci riempie i vuoti dell’anima. Una volta individuato l’altro e compreso pienamente il suo ruolo nella nostra vita si può agire di conseguenza. Allora dopo la parola, timidamente detta, “ti voglio bene” si passa al più audace ti amo, ma il ti amo passa attraverso tutta una serie di stadi intermedi nei quali noi siamo tutti impegnati solo al fare del bene. Dire ti voglio bene significa in contemporanea fare del bene, perché se no restano solo parole. Solo dopo si può dire ti amo, all’inizio solo sussurrato poi detto a gran voce. Il giorno che diremo per la prima volta ti amo in modo serio, sarà un giorno speciale perché sarà il giorno che avremo perso per sempre il nostro cuore per donarlo all’altro.
Ester Eroli