L’hanno detto in molti e lo confermano le circostanze attuali: Facebook ha rivoluzionato il mondo. Non è solo diventata una delle più grandi comunità sociali, ha modificato il concetto di democrazia, è diventato un elemento fondamentale per conoscere, scoprire e controllare le vite degli altri, per istaurare rapporti di lavoro, amicizie e amori. Certo, non è tutto oro quello che luccica. I social network più famosi del mondo hanno creato in questi ultimi tempi tantissimi problemi. L’incremento della pedopornografica on line, il problema dell’innescamento di minori, la violazione della privacy e ultimo, ma non meno importante, il problema della dipendenza dai network. La notizia del ricovero di bambini ai reparti di psichiatria per comportamenti devianti dovuti all’uso indiscriminato della rete, ha riportato in prima linea il delicato problema della dipendenza dal cosiddetto gioco del “mondo virtuale”.
Eppure la rete, i social network e i blog sono considerati la conquista del nuovo secolo, la massima espressione della libertà e della società globale, l’esempio calzante del benessere del nuovo millennio. Strano pensare che possano avere ripercussioni così negative.
È con molta probabilità che da questa grande euforia e, diciamolo francamente, finto benessere e massima libertà, si stia innescando un meccanismo perverso che allontana da quei principi fondamentali che hanno realmente favorito il progresso di tutte le società.
Del resto, i grandi sociologi hanno sempre sostenuto che il progresso è positivo per l’uomo ma il suo abuso lo distrugge.
Simona Rocchi