Il punto della situazione attuale dell’hip hop

È un dato di fatto. La scena hip hop ha bisogno del suo ricambio generazionale come tutte le cose del mondo. L’età media degli artisti si aggira intorno ai 30 anni (per fare dei nomi Club Dogo, Marracash, Fibra), il pubblico che ora segue maggiormente questi trentenni è un pubblico di ragazzini,a partire dai 12-13 anni.

Possibile che questi ragazzini si possano rispecchiare in gente che ha più del doppio dei loro anni? Vacca ha dichiarato in un’intervista “Ciò che vedo in questa scena hip hop è che i grandi, che sono in voga da tempo, stanno continuando a sfornare dei dischi –capolavoro, mentre nell’underground non vi sia  assolutamente la presenza di astri nascenti”. Premettendo che ormai Vacca faccia tutt’altro che hip hop (la sua è una musica più verso la dancehall) e soprattutto che  viva ormai da tempo in Giamaica e dunque, probabilmente ha perso un po’ i contatti con la scena della nostra nazione (viene in Italia solo quando deve cantare nei suoi concerti), vorrei spezzare una lancia a favore delle cosiddette “nuove leve”.

Credo che questi nuovi talenti ci siano eccome, è che semplicemente debbano essere scoperti; basta cercarli e li si trova.

Da Nord a Sud per fare qualche nome a Milano troviamo gente come i Gesta Phonike (di cui Repperino Mc, uno dei più bravi freestyler a livello nazionale, è membro assieme a FB mc, Shoxer e Fiz), oppure i Fra Jamb, divisi tra Milano e Torino (Barf di Milano,JMA di Torino); rimanendo sempre a Torino troviamo ad esempio Dado, così fino ad arrivare alla Puglia, dove i T.K. (composti El Nino de Rua, Sheeba e Marhash) sono sicuramente un esempio lampante di quello che è il vero e proprio “rap da ribellione”. Questi sono ovviamente soltanto alcuni dei nomi dei giovani rapper che si dividono la scena underground del nostro paese,ce ne sarebbero centinaia e centinaia ancora, ho fatto alcuni esempi giusto per far capire che di gente ce ne sia da vendere.

Purtroppo nell’hip hop non sempre ci sono trattamenti equi ed è dura fare molta strada il che è incredibilmente ingiusto.

 

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