Eppure negli ultimi tempi assistiamo a un fenomeno strano. Molti abitanti delle periferie si trasferiscono in centro, nei quartieri cosidetti alti, magari dopo una promozione, un miglioramento economico dovuto a un’eredità o altro. Stanchi della periferia, smettono di frequentare la metropolitana, di mescolarsi con la gente comune. Cambiano casa, si allontanano non dividendo più la compagnia con i vecchi amici di sempre, con i condomini del vecchio palazzo. Prendono una casa più comoda, più spaziosa e egoisticamente non pensano più agli altri che hanno lasciato indietro, che sono rimasti impantanati sulla breccia. Anzi guardano tutti con gli occhi maliziosi, pieni di cinismo. Il tempo dei sorrisi, delle strette di mano sono finiti. Si avviano concretamente verso un’altra esistenza, più dignitosa, meno volgare. Se incontrano i vecchi conoscenti non danno neppure la mano, sono distanti, freddi. Hanno preso le distanze. I vecchi amici guardano con aria dubbiosa.
Nella nuova residenza però continuano ad avere gli stessi comportamenti di sempre. Ai figli lasciano campo libero, li fanno divertire fino allo spasimo perché per loro è cominciata una nuova era, lontana dal gioco della periferia meschina e scialba fatta di gente troppo semplice e inutile. Con le nuove conoscenze si vantano di avere titoli illustri, cognomi importanti, ricchezze.
Conservano però le vecchie abitudini che avevano in passato e quindi è un gioco da ragazzi sgamare la loro vera natura. Continuano ad annaffiare le piante, a pettegolare come nulla fosse.
Il loro modo di fare nel frattempo non si è raffinato, ripulito come la loro dimora. Inoltre a tutto questo si aggiunge che la sporcizia, il degrado hanno coinvolto tutti i quartieri anche i più altolocati. Infatti la maleducazione ha invaso ogni angolo anche il più remoto.
Bande di giovani, ricchi e poveri, lasciano le bottiglie in terra. Ci domandiamo a cosa pensano i genitori, forse pensano solo a trasferirsi tralasciando la formazione dei figli e lasciandola al caso.
Ester Eroli