AMENDOLA

Giorgio Amendola nel suo libro Una scelta di vita si rivela uno scrittore politico. Nel libro le vicende private e vissute si intrecciano con la storia di Italia e di Europa, il racconto inizia dalla sua infanzia trascorsa nella casa di Viale Parioli a Roma, infanzia disordinata,  funestata dalla malattia della madre che verrà ricoverata in una casa di salute. Con toni pacati descrive la severità di suo padre Giovanni uomo politico di ampie vedute, le sue amicizie con personaggi di spicco e intellettuali del tempo come Sereni, Croce, Moravia, Marinetti, Ciano, Labriola ecc. il passato non è abbellito ma solo rivissuto. I primi anni sono caratterizzati da problemi economici familiari e da letture disordinate nella grande libreria di famiglia e da corrispondenze epistolari di spicco. Suo padre semplice impiegato deve sempre chiedere anticipi al lavoro. I parenti si rivelano critici verso la gestione di sua madre. Gli anni di scuola primaria e secondaria e liceale sono caratterizzati da comitive di amici, studio serio, teatro, mostre, fitti rapporti sociali. Giorgio Amendola però comincia a prendere le distanze dal clericalismo e dal capitalismo, alcuni anni sono anni di confusione giovanile che lo vede pure ripetente. Negli anni di scuola conosce D’Annunzio e Giolitti, giornalisti, anarchici. Nascono amicizie durature, conosce amici fidati. Al liceo si rende conto delle forti barriere sociali e si avvicina alla lettura di classici italiani e stranieri come Zola e Dumas. Si avvicina alle avanguardie romane contrarie al nazionalismo imperante. Quando suo padre diventa ministro nulla cambia, suo padre rimane con i piedi per terra e rinuncia a una vita mondana. Intanto si assiste alla ascesa del fascismo e alla nascita dei primi nuclei squadristi, alla marcia su Roma ampiamente descritta. Sono anni di agitazioni studentesche e militanze, di agguati, di aggressioni. La casa dell’intellettuale Nitti è devastata. La polemica politica non si placa neppure per le elezioni del 1924. L’assassinio di Matteotti crea manifestazioni, ribellioni, incidenti e tafferugli. Giorgio Amendola è colpito dalla scarsa partecipazione alla protesta delle masse che vorrebbe coinvolgere di più. I contrasti, le offese dei fascisti lo rendono cupo e triste. Il clima che si respira è di odio e vendetta. Molti studenti che hanno partecipato ad assemblee sono fermati e arrestati come molti professori militanti di sinistra. I manganelli della polizia sono accompagnati da calci e sputi. La libertà di stampa è menomata da un fascismo strafottente. La morte del padre Giovanni è una pagina dolorosa. Molti amici per opportunismo voltano le spalle, appoggiano il fascismo. Nel gioco di equilibrio politico chi cade in disgrazia è processato, condannato. Giornalisti sono accusati di essere reazionari. Gli avversari sono espulsi, esiliati, puniti, confinati, considerati pericolosi. La resistenza diventa individuale oltre che collettiva. La vita cambia per tutti. Giorgio trova difficoltà dopo la laurea a trovare lavoro perché non ha la tessera del partito fascista. Si butta  a capofitto nella attività politica, porta avanti studi economici, si avvicina a Gramsci. Incontra la solidarietà di molti amici, Lavora come commesso in una libreria dove avvengono molti incontri culturali. Si da alla attività clandestina realizzando con altri opuscoli e libelli di opposizione al regime. Molti amici sono costretti ad espatriare, sono ridotti al confino, lui stesso è spiato e pedinato. Poi cominciano i comizi politici, l’incontro con la classe operaia, la sua conoscenza della questione meridionale e coloniale. Si accorge che il sud è in ritardo nel suo sviluppo e tenta di porvi rimedio insieme ad altri politici, filosofi. E’ l’epoca di iniziative ambiziose, di scontri, di legami, di rifiuti, di cambi di casacca, di tradimenti, di fallimenti, di segnalazioni al regime. Allora comincia a studiare inglese a pensare a un progetto politico consistente e rivoluzionario per abbattere il regime. Ci sono mobilitazioni, ma anche compromessi. Molti diventano rifugiati politici. Molti amici comuni sono in disaccordo sulla linea da seguire, seguono l’influsso di vari correnti politiche. Sono giorni amari, pieni di contatti, perquisizioni, isolamento, politica coloniale, attivismo.  Lo scopo di Amendola è profondo, vuole ricercare le ragioni che hanno portato all’avvento del fascismo. Si getta nella mischia, fra manifestazioni, incontri con la classe contadina. Si avvicina a Lenin e alle tesi comuniste. Fa comizi nelle piazze. Conosce filosofi, artisti, intellettuali come Onofri, Flora, Ruggero Orlando. Studia le opere minori di filosofi illustri. Si avvicina  a intellettuale d’oltralpe.

Negli anni successivi partecipa al congresso comunista, conosce intellettuali comunisti  di varie estrazioni sociali. Ritiene con la sua scelta politica di aver fatto la scelta giusta, una scelta di emancipazione che è sempre una scelta di vita, per una vita diversa e più piena.

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