Amori disperati

Amori disperatiNel romanzo Paint it black di Janet Fitch si afferma in più punti che l’amore è legato alla morte e può spingere a uccidere. In passato la canzone stranamore di Vecchioni ci era sembrata eccessiva. Nella canzone si faceva una casistica degli amori più strampalati, più disperati, più strani appunto. Allora non ci si identificava nella mente in quella descrizione. Nella canzone si parla di un uomo che scrive lettere d’amore che poi non sa spedire, di un altro che torna a casa sbronzo quasi tutte le sere, di un uomo che spara invece di baciare, del silenzio che cala come nebbia, della paura e dell’orgoglio, delle ferite d’amore. Nella canzone si dice che tutto questo, nonostante tutto, è amore o considerato tale. Il sole che brilla su questi pseudo amori è un sole disperato come scrive il poeta, cantautore Roberto Vecchioni. Vecchioni nei concerti canta sempre le sue canzoni classiche, i cavalli di battaglia come luci a san Siro, Samarcanda, voglio una donna, bandolero, per amore mio, sogna ragazzo sogna, milady, chiamami ancora amore con la quale ha vinto il festival di San Remo. Stranamore viene tralasciata, eppure la sua attualità ci sconvolge. Per noi che vedevamo l’amore come un sentimento sublime, celestiale, paradisiaco le parole di Vecchioni risuonavano alle nostre orecchie sinistre, tetre come un cielo gonfio di pioggia . Nell’amore non si accettano silenzi, morsi, scatti d’ira, violenze, ma soprattutto non si accetta una pistola che spara. Eppure gli ultimi fatti di cronaca ci mettono davanti a un fatto compiuto: chi ama può sparare, può uccidere freddamente l’oggetto del suo amore. Come se l’amore fosse possesso, basso istinto, perversione. Amare l’altro significa volere il suo bene non certo la sua morte. Si uccide solo per rivendicare un possesso, per marcare un territorio, per allontanare gli altri, per mettere la parola fine a una storia assurda. Le separazioni, i divorzi, i lutti fanno precipitare l’amore in una voragine nera come la notte. L’amore diventa inganno, gelosia, dolore, angoscia, sopruso, lotta. I genitori e gli insegnanti nelle scuole dovrebbero instillare nei giovani l’amore e chiarire una volta per tutte il concetto di amore che non si nutre di pallottole, di coltelli, di spari ma solo di dolci e affettuose parole benevoli, di tenere carezze, di prove di affetto concreto.

 

Ester Eroli

 

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