BALNEARI

Un tempo per un giovane era perfetto un lavoretto estivo. Molti erano euforici e felici,  contenti di lavorare magari in un bar o in uno stabilimento balneare, o in una gelateria magari di un rinomato e ambito posto di mare. I genitori approvavano e davano il benestare, le madri erano orgogliose di questa conquista del figlio che si guadagnava i primi soldi con il sudore della fronte. Sulle spiagge infuocate da sole di agosto molti bagnini, balneari trovavano  l’amore, si intrecciavano relazioni che potevano divenire durature anche con straniere. I giovani balneari erano educati, avevano massimo rispetto per i bagnanti. Spesso da lavoro transitorio diveniva duraturo. Il giovane prendeva in gestione lo stabilimento balneare da solo o con qualche socio con il quale si poteva aiutare a vicenda. I giovani erano consapevoli che quel lavoro da balneare era una palestra di vita, un modo per sperimentare da vicino il mondo del lavoro.

Negli ultimi tempi molti stabilimenti lamentano l’assenza di personale. Vengono fatti molti annunci ma nessuno si presenta. Molti supplicano figli e nipoti per gestire il proprio stabilimento balneare. Un tempo i posti di lavoro disponibili davano il tutto esaurito. Si dice che i giovani sono nati stanchi, sono fannulloni, preferiscono le discoteche al lavoro sodo. Non amano cucinare scampi, sardelle, risotti cremosi nei ristoranti sul mare. Molti preferiscono magari lavorare in oriente, all’estero. Il lavoro del balneare non sembra più conveniente, non è più un classico. Si è esaurita la voglia di lavorare al mare. Nessuno si prenota per lavorare come balneare.

Il problema forse è un altro, è più profondo. Molti giovani sin dall’inizio sono stati maltrattati non solo verbalmente da padroni austeri e aggressivi. Sono stati colpiti da improperi, parolacce, offese. Nessuno è disposto a lavorare sotto il sole per ricevere un trattamento meschino. Spesso si usavano insulti, parole forti che intaccano la sfera personale. Il linguaggio usato informale diventa osceno, volgare. Molti giovani distinti si rassegnano altri si lamentano, altri si licenziano, rassegnano le dimissioni, stanno meglio in un campeggio all’aria aperta con gli amici. Si usano parole turpi che fanno arrossire.

Molti stabilimenti balneari nonostante le eccellenti recensioni racchiudono al suo interno queste tristi realtà. Molti non vogliono credere che esista ancora il caporalato.

Questo campo necessita di una presa di coscienza, di una piccola rivoluzione di costumi.

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