Esprimersi con il linguaggio

Esprimersi con il linguaggioCi sono molti modi per esprimersi e il linguaggio è sicuramente la forma più immediata, più diretta. Con il linguaggio esprimiamo sentimenti, emozioni. Si può ricorrere a un linguaggio raffinato, a uno di tipo dialettale, a forme di linguaggio gergale. Esiste tutta una vasta gamma di dialetti, di linguaggi standard, di modi di dire. Si può condire il proprio linguaggio con francesismi, con epiteti, con frasi fatte, con proverbi. Negli ultimi tempi una nuova moda sembra imperare quella dell’uso del turpiloquio. Molti giovani, anche studenti modello, usano parole triviali, scurrili, volgari, allusive. Le allusioni spesso e volentieri riguardano la sfera sessuale. Si usano parole sconvenienti, offensive anche in contesti particolari dove si dovrebbe curare la forma. Persone autorevoli, professori, avvocati quando parlano nel quotidiano, lontano dalle sedi istituzionali di lavoro, usano parole di bassa lega che fanno trasalire le persone per bene. Il linguaggio triviale, da taverna, vuole stupire, rappresenta la trasgressione, la rivolta contro il mondo dei benpensanti. Ognuno di noi con la sua presenza, con il suo modo di vestire, con le sue parole parla del suo mondo. L’uso di parolacce ci fa sicuramente pensare a una persona che ama rompere gli schemi, che vuole apparire moderna, intraprendente, giovane. In realtà gli stessi concetti possono venire espressi in modo diverso, scegliendo accuratamente le parole. Parole di rimprovero potrebbero risuonare meno violente se scelte con accuratezza. In altre parole ci sono modi gentili per dire le stesse cose: rifiuto, distacco, rimprovero, dolore, pietà, noia. Dire esplicitamente certe cose usando parole pesanti come macigni potrebbe essere controproducente. Lasciare una ragazza insultandola, riempendola di epiteti ingiuriosi oltre che offensivo, denota che siamo persone vendicative, superficiali, meschine, disposte a tutto, e soprattutto non rispettosi della personalità degli altri. Gli altri sono persone da ingiuriare, insultare, maltrattare a nostro piacimento. In certe situazioni dire me ne frego, a me non mi frega eccetera può dar fastidio, specie a persone sensibili, attente a rispettare gli altri. Giovani medici spesso dicono in modo crudo al paziente la causa della malattia, senza mezzi termini, usando parole dure come pietra. Quest’ultimi hanno veramente il cuore di pietra. Attualmente si sentono parole sconce in bocca alla gente più impensata. Certo dobbiamo riconoscere il fatto che a tutti può scappare una imprecazione, una parola fuori posto, ma non deve essere un’abitudine. Quando ci arrabbiamo sul serio può capitare che nella foga usiamo parole turpi, ma questo dipende solo dal nostro stato d’animo alterato e sconvolto. Nella normalità ci comportiamo da persone civili e usiamo i termini giusti del vocabolario. Anche ai bambini non dobbiamo insegnare parolacce, e se vogliamo dire qualcosa possiamo usare parole simili, ma meno forti. Non bisognerebbe mai trascendere con le parole, perché spesso possono uccidere nel profondo, più di una coltellata.

 

Ester Eroli

 

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