FRENESIE

Il periodo natalizio è sempre un periodo frenetico, un periodo di corsa ai regali, agli acquisti, di assalto nei centri commerciali, di visite di parenti, di viaggi e spostamenti. Un delirio che avvolge ogni luogo, ogni città, ogni paese e che si concretizza in luminarie e addobbi. Le strade si arricchiscono di festoni eleganti, i negozi si illuminano di luci colorate. Una atmosfera magica, allettante, che incuriosisce i turisti, lusinga i residenti di una zona. L’unico pensiero è il divertimento puro, sfacciato. Agli altri si fanno solo domande frivole. Se una persona non va in vacanza si sente diversa, in colpa. La prima cosa che si chiede è dove si passeranno le sospirate vacanze. Chi le passa in casa è un amorfo, uno sfigato, uno sfortunato. In giro per le strade dello shopping si vedono solo ragazzi fanatici vestiti all’ultima moda, ragazze vestite da star con le calze di seta e gli abiti firmati che comprano oggetti, indumenti intimi, regali, profumi costosi. Lo sguardo non è sereno, è un occhio truce, avido, morboso. Tutti si comportano come su una passerella, ostentano, mostrano senza calma, senza garbo, senza pazienza, senza rispetto con sicurezza e spavalderia.

Gruppi di ragazzi ci investono, ci travolgono e ci gridano maleducati scansati, vattene, sbrigati, levati. Le donne anziane che camminano piano sono guardate con rabbia e sospetto. Chi va piano è lento, viene minacciato, spintonato. Conta comprare il perizoma, l’ultimo modello di cellulare. A natale funziona solo il denaro, il lusso, i locali. Non si sente la festa religiosa. La verità è che si è scambiata una festa religiosa per una festa mondana. Chi passa il natale in modo soft è guardato dall’alto in basso. I festeggiamenti devono essere grandiosi. La frenesia eccita, prende la mano, genera fantasie, crea bisogni inutili. Chiaramente chi non partecipa attivamente alla frenesia è tagliato fuori.. il natale va preso cosi come è, ma quelle parole insultanti come vattene ci restano nella memoria per lungo tempo e ci chiediamo il senso di quella canzone che accompagna le pubblicità : a Natale si può fare di più, si può dare di più. Non troviamo gesti di umanità anche a cercarli con il lumicino. Chi paga sono sempre le anime semplici che si devono adeguare se non vogliono essere eliminate dalla società gaudente.

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