MARABU’

 

 

 

Botswana

Il marabu’ è un uccello africano di colore grigio scuro, con il petto  e il ventre bianco, il capo glabro, il becco arcuato come quello delle cicogne, e una sacca sotto il collo fi colore rosso scarlatto che cambia colore divenendo più rosata durante il corteggiamento. Si tratta di un esemplare di grandi dimensioni che può arrivare a un metro  e mezzo di altezza e al peso di nove kg, e una apertura alare di tre metri. Non esiste una grande differenza fra maschi e femmine. Predilige il clima arido. Possiamo trovarlo anche in Palestina e Spagna, nei porti africani. Per nutrirsi segue il volo degli avvoltoi infatti si nutre di carcasse putrefatte di animali ed è possibile trovarlo nelle discariche fra i rifiuti. Si nutre anche di pesci di varie specie rettili, insetti e segue i pescatori per prendere il pescato.

Esiste una specie asiatica che si trova in India, in Cambogia, in Birmania, a Borneo, a Calcutta  che è più piccola come dimensioni. Si nutre anche lei di scarti di macelleria e carogne. La sua andatura è più militare rispetto al tipo africano. Questa specie risulta in via di estinzione. Si nutrono anche di uova di fenicottero. Vivono in colonie. Raggiungono la maturità sessuale a quattro anni di vita. Il corteggiamento è fatto di grugniti e sbattute di becco. Il maschio resta fedele alla compagna per tutta la esistenza. I nidi con massimo tre uova vengono fatte in  prossimità di laghi o fiumi nella stagione secca. Gli adulti hanno le ali più scure. I piccoli non hanno la sacca. Sono ottimi viaggiatori. I fossili di questo esemplare sono stati ritrovati in Vietnam segno che si tratta di una antica razza. Di solito formano stormi nella stagione delle piogge e in estate. Si muovono in piccoli gruppi in prossimità di stagni e laghi. Amano i laghi asciutti e le discariche. Seguono nibbi e avvoltoi. Con la apertura delle ali controllano la temperatura corporea. In volo seguono le correnti. Si riproducono in inverno facendo nidi su alberi alti dove scacciano i rivali. Le uova massimo quattro sono covate dalla coppia stessa. In estate usano i propri escrementi per rifrescare le zampe. Si nutrono anche di anatre, rane, roditori, pesci, escrementi umani e animali, cadaveri umani e non, sciami e locuste. Possono essere attaccati da pidocchi e parassiti, influenza aviaria. Vivono una quarantina di anni. Nel cranio avrebbero un veleno utile contro il morso di serpenti velenosi e contro la lebbra. Gli indigeni regalavano le loro lunghe piume ai turisti insieme a pelli di leopardo e di serpente o lucertola.

Nell’ottocento si ebbe un commercio selvaggio delle sue piume specie a Londra. Le piume della coda venivano trattate per fare mantelle, stole, boa, abiti, cappelli. Balzac ne parla in una sua novella. Negli ultimi tempi la specie viene protetta anche dalle popolazioni locali oltre che a livello internazionale. I giovani non conosceranno alcune specie in via di estinzione come questa.

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