Il cuore che scrive

Il cuore che scriveMai scrivere con un sentimento di rabbia, di tristezza. Piuttosto, molto più bello è ricordare e rileggere delle proprie gioie!

La pagina di un libro è come una spada a doppio taglio; quello che scrivi ti esce, te ne liberi, ma nel frattempo ci pensi e ci ripensi. Di conseguenza, scrivendo col sentimento sbagliato, più che fare del bene ci si fa del male. Facciamo pure una spada a triplo taglio, dato che chi legge, se legge con attenzione e coinvolgimento, finisce per soffrire con lo scrittore.

 

Gran parte del lavoro dovrebbe in realtà esser fatto da chi ha in mano la penna, elettronica o fisica che sia, che deve far di tutto per coccolare, cullare la mente del proprio lettore finale, portarla dove preferisce.

Il lavoro dello scrittore è particolare. Scrivere è creare. La fantasia, se stimolata, è infinita. Un potere infinito, una capacità di creare infinita: lo scrittore è il Sovrano della propria realtà. Da scrittore entri nella mente del re, entri nella mente della donzella di corte, entri nel cuore del popolano che vede il suo condottiero, tentando di capire le più svariate passioni umane.

Non tutti possono applicarvisi, del resto. Tuttavia c’è da aggiungere che ciò che non mette l’autore, l’aggiunge il lettore. Se un lettore ha sentimenti simili a quelli del protagonista, questi vi si rispecchierà. Dunque è lui a diventare protagonista, mentre lo scrittore conduce i suoi passi nella storia, su grandi laghi, meravigliose vallate, tra le nuvole e le stelle.

Ma un autore letterario è anche un’artista. Deve saper usare le proprie mani per dipingere sulla tela del suo libro ciò che desidera, utilizzando le parole che più ritiene opportune, ognuna possedente la sfumatura di colore più eterogenea. Deve esser in grado, se pur con delicatezza, di delineare le forme dei propri personaggi, con martello e scalpello. E deve saper suonare la melodia che accarezza ogni personaggio, armoniosamente, che li intreccia in un groviglio di sentimenti e passioni, dall’amore all’odio, alla rabbia. Che gran potere possiede l’autore, che crea il cielo dagli occhi del suo protagonista, che ama col suo cuore, che combatte con la sua spada.

 

Forte di questo sentimento, mi chiedo se mai riuscirò a trasformarmi in una tale figura, di così grande magnificenza, tale che forse l’unico a possederla, singolo e grande Autore dell’universo, è Dio.

O almeno in qualcosa di simile.

 

Anonimo

 

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