L’inutile guerra

Esiste una serie di libri, più o meno importanti, che sottolineano a più riprese l’inutilità della guerra. Il messaggio appare evidente: la guerra genera solo orrore e devastazione, morte e distruzione. La guerra uccide i corpi, ma anche le anime, dissolve i monumenti delle città, crea ricordi dolorosi come aghi. La guerra genera discordia, odio, rancore, rabbia. Un libro molto significativo in tal senso è il romanzo di Erich Maria Remarque dal titolo Tempo di vivere. Anche se il titolo originale del romanzo e poi del film era “ A time to love and a time to die” . Il romanzo ha come scenario la Germania nazista del 1943. Il protagonista è un soldato tedesco che ritorna nella sua città natale per una licenza dopo aver combattuto al fronte russo. Egli ha venti anni ed ha già combattuto su molti fronti maturando precocemente. Egli cerca risposte sull’esistenza, sulla guerra che non riesce ad accettare. La vita in tempo di guerra per lui è solo una lotta disumana per la sopravvivenza, l’unico problema è quello di arrivare al giorno dopo non importa come, dove, quando. L’importante essere ancora vivi il giorno dopo. E’ una vita che procede a tentoni, senza progetti per il futuro, alla cieca, senza prospettive. Lui si domanda lo scopo di essere vivi in quel contesto di morte, anche perché la speranza in un futuro senza guerra è vana. Il mondo che lo circonda è un mondo avvelenato, la realtà è alterata, irriconoscibile. Cerca infatti i suoi genitori, la casa della sua infanzia ma trova solo macerie e rovine. I bombardamenti hanno stravolto il volto della sua città. Intorno a lui c’è solo sofferenza, diffidenza, dolore. Incontra ricercati della Gestapo, soldati che cercano parenti, sostenitori accaniti del regime nazista. Tra essi c’è un suo vecchio conoscente che vive beato in una villa intatta, con la dispensa sempre colma di liquori e dolci. Mentre i rappresentanti del regime vivono bene e incarnano il potere, la gente comune muore nei campi dei concentramento, fra le bombe. Nonostante queste contraddizioni, queste aperte ingiustizie il protagonista sa che si deve continuare a vivere. Egli nella disperazione scopre l’amicizia fra soldati e l’amore per una giovane donna. Egli riesce persino a sposarsi perché continuare a vivere è la cosa migliore che gli riesce fare. Non sa e non può fare altro: solo vivere alla giornata. Il futuro è avvolto nelle tenebre. Il presente è solo caratterizzato dai crimini dell’esercito tedesco. Il giovane, dopo la licenza, torna al fronte, dove, per salvare la vita a dei prigionieri, viene ucciso pagando il conto per colpe non sue. La guerra provoca solo vittime innocenti.

 

Ester Eroli

 

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