ROMUALDO

Romualdo, nome tedesco che significa colui che regna glorioso, nacque a Ravenna nel 951, da una famiglia nobile, suo padre era duca. Da piccolo era silenzioso, diverso dagli altri, buono, chiuso, amante della solitudine e della natura, dei boschi. Per un terreno conteso suo padre uccise il cugino. Per espiare lui si recò in preghiera in sant’Apollinare in classe ed ebbe molte visioni. Decisi cosi di farsi monaco entrando in un monastero di Ravenna.  Scelse la disciplina ascetica e si recò a Venezia come eremita sotto un guida spirituale. Conobbe l’abate Guarino che lo portò in Catalogna dove rimase più di dieci anni, fu un lungo periodo formativo come mostra la sua biografia realizzata da Pier Damiani. Il suo scopo era quello di riformare gli eremi e i monasteri sull’esempio degli antichi cenobi orientali. A Ravenna fondò un eremo detto isola delle rose. Convertì Ottone III che lo nominò abate di sant’Apollinare in classe ma lui rifiutò per recarsi  a Montecassino. Visse a lungo in una grotta in Istria. Esplorò molte zone disabitate della Umbria e delle Marche. Viaggiò per predicare e convertire e fondare eremi e piccoli cenobi e piccoli monasteri, detestava i grossi complessi abaziali e le cariche comprate degli abati. Spesso incontrava personaggi importanti della politica ma non si immergeva mai nella storia del suo tempo amando la solitudine assoluta. Fondò il monastero di san Michele arcangelo nei pressi del monte Fumaiolo.  Andò a predicare e riformare pure in Francia. Per lui i monaci dovevano fare pellegrinaggi, lavorare, pregare, meditare,  puntare all’essenziale e vivere da soli e pregare possibilmente da soli. Molti nobili le regalarono terreni per costruire monasteri. Sono noti i suoi pellegrinaggi per convertire il nord Europa. La sua vita severa era fatta di digiuno e penitenza, di contemplazione . Anche a Forlì fondò un monastero e vari ospizi.

Vicino ad Arezzo fondò la famosa congregazione camaldolese, una diramazione dell’ordine benedettino. Aveva molti seguaci nonostante il suo rigore ascetico.

Morì a Fabriano il 18 giugno 1027 dopo aver fondato dei centri di spiritualità in val di castro nelle Marche a settantacinque anni. Cinque anni dopo la morte fu proclamato beato. Fu proclamato santo da papa Clemente VIII ne 1595. Il suo corpo si trova nella chiesa di san Biagio a Fabriano e altre reliquie nella cattedrale di Jesi. Una chiesa di Roma sulla Laurentina è a lui dedicata.

Il suo simbolo è il bastone pastorale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.