La politica fa acqua

L’acqua è un bene comune? E’ monopolio di Stato, oppure no?

E’ un quesito che ancora non trova soluzione nonostante l’esito di un referendum pressoché plebiscitario. Nei primi giorni del dicembre scorso si è rimanifestato un certo fermento a riguardo, ma, date le priorità e le urgenze del nuovo governo Monti ,si è soprasseduto.

Ricordiamo che ci sono state manifestazioni pubbliche e una campagna di obbedienza civile allo scopo di legittimare l’esito referendario del 12-13 giugno 2011 affinchè si traducesse nelle attese norme attuative. Ora però sono sorte nuove preoccupazioni derivanti dall’atteggiamento del governo che, con l’attuazione del pacchetto delle privatizzazioni, rischia di disattendere la volontà popolare. I vari Passera, Catricalà, Polillo ecc. della “premiata ditta Monti” affermano la non esistenza della liberalizzazione del servizio idrico, ma il dubbio rimane poiché con le spiattellate esigenze di risanamento del debito pubblico la “vendita dell’acqua” potrebbe diventare una ghiotta occasione di ricavi. Allora che succederà? Dovremo aspettarci il lucchetto alle fontane?

Per evitare un probabile sistema di raggiri Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è però assai vigile. Intende mettere in campo ogni strumento utile alla difesa del referendum: dapprima ha invitato tutti i partiti politici a prendere netta ed inequivocabile posizione in difesa della espressa volontà popolare e poi ha chiesto con fermezza, ancora senza esito, un urgente incontro col presidente del Consiglio di Ministri.

Sebbene l’attuale governo insista sul concetto di esser di stampo tecnico e non politico, di emergenza ma di sostanza, sta di fatto che debba in ogni caso, come previsto dalla nostra Costituzione, ricorrere all’approvazione ed al sostegno della politica e dei suoi rappresentanti parlamentari, nonostante costoro continuino a essere al centro di scandali, di sprechi, di finte riduzioni (di numero ed di stipendio) e di inettitudini.

E’ brutto generalizzare e a volte anche ingeneroso per quei pochi, anzi pochissimi che non lo meritano, ma è innegabile che i componenti della attuale nostra classe politica facciano “acqua da tutte le parti” meno dove, come nella fattispecie, occorrerebbe veramente.

 

Adriano Zara

 

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