Lucciole

Una canzone degli anni venti a proposito del mestiere di prostitute le definiva lucciole vagabonde, era una struggente canzone romantica avvolta nella malinconia. Da sempre nella tradizione popolare si usa il termine lucciola, una parola di costume non spregiativa per indicare il meretricio. Nel mercato del sesso si parla generalmente ai nostri giorni di esercizio della prostituzione, termine più realistico. La parola lucciola si riferisce alle luci e ai fuochi, alle fiaccole che accendono le prostitute nelle soste lungo le strade, per riscaldarsi d’inverno e per farsi notare. Attualmente è stato coniato il termine anglosassone sex worker. Nel linguaggio comune si parla di passeggiatrici.

Negli ultimi tempi ci si è resi conto che le meretrici non sono facilmente riconoscibili. In passato erano visibili per il trucco pesante, perché indossavano pesanti braccialetti, corti kimono, minigonne di pelle e stivali alti lucidi e stretti, borsette piccole  e luccicanti, calze nere particolari magari ricamate e lucide. In alcuni casi portavano abiti corti di lusso e pellicce anche finte. Ora le lucciole hanno subito una trasformazione. Indossano abiti originali ma come quelli di altre donne. Si possono confondere con altre donne. Non si trovano più lungo le strade, alcune si trovano nei locali, nei bar e sembrano donne comuni. I messaggi delle prostitute non sono facilmente interpretabili. In passato avevano una allegria infantile, erano facili alla battuta grassa e maligna, indossavano lunghe pellicce anche di visone aperte davanti a mostrare le gambe con minigonne mozzafiato, avevano atteggiamenti insolenti e insensibili . Ora sembrano donne perbene, parlano un linguaggio forbito, si commuovono.

Tutto questo mutamento ha avuto delle conseguenze. Infatti in alcuni contesti molte donne comuni sono state scambiate per prostitute e sono dovute arrossire quando è stato chiesto l’onorario. In pieno centro cittadino in un bar una ragazza seduta  con un cappotto è stata aggredita da una prostituta che rivendicava la sua zona. In un giardino pubblico su una panchina una ragazza è stata importunata pesantemente da uomini e considerata una meretrice anche se era vestita in modo semplice ed aveva un atteggiamento cauto. Molti uomini sono stati importunati nelle stazioni, nei centri commerciali da donne impeccabili, eleganti che non davano l’idea di essere delle passeggiatrici. Il mondo in cui viviamo è divenuto un luogo sconosciuto, irriconoscibile.

 

Ester Eroli

 

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