Siamo sempre stati convinti di avere la stima dei parenti, degli amici, dei conoscenti. Lo abbiamo dedotto dalla loro allegria nel vederci, dal loro viso sereno nell’accoglierci in casa, dai loro messaggi e regali. Abbiamo indossato fiduciosi i loro regali natalizie, i loro braccialetti per il compleanno che ci hanno fatto arrossire di piacere. Siamo stati ai saggi dei loro figli, alle loro nozze, abbiamo preso parte alle loro gite e viaggi, abbiamo indossato il pigiama in regalo. Ci siamo divertiti con loro in modo originale e abbiamo sempre cercato di essere onesti.
Con il tempo ci siamo resi conto che le nostre convinzioni non erano precise. Molti rapporti non erano cosi idilliaci come li vedevamo noi ma si erano trasformati in modo diverso e pesante. Agli occhi degli altri eravamo degli sconosciuti.
Abbiamo scoperto in alcuni casi casualmente che molti approfittavano della nostra assenza in certi contesti, familiari, lavorativi, per dare libero sfogo alla malignità contro di noi, a mettere in dubbio il nostro stesso operato. Con atteggiamento insolente hanno espresso su di noi opinioni negative. Ci hanno mosso critiche e accuse a nostra insaputa davanti ad altri testimoni che poi ce lo hanno riferito o fatto capire. In alcuni casi li abbiamo sentiti noi con le nostre orecchie, li abbiamo sentiti ridere di noi di gusto con allegria e malvagità. Ci siamo sentiti feriti, sconvolti. Le battute maligne ci hanno spiazzato. Molte cose che noi avevamo detto sono state messe in dubbio e considerate bugie clamorose. In nostra assenza molte donne hanno sparlato di noi, mostrando contrarietà e antipatia.
Nel nostro cuore è scomparsa ogni traccia di comprensione. E’ venuta meno la fiducia in noi stessi e negli altri . In certi casi sarebbe opportuno parlare in presenza apertamente non colpire alle spalle come fanno i banditi.
Ester Eroli