Quando in Italia si fa fantastico: il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores

Quando in Italia si fa fantastico il ragazzo invisibile di Gabriele SalvatoresIn Italia ci sono ormai tantissimi appassionati di fumetti e fantastico, che da fenomeni di nicchia come erano fino a qualche decennio fa si sono trasformati in passioni di massa, come testimoniano i tanti eventi, le tante pubblicazioni, i tanti fandom che sono emersi.

L’esterofilia che contraddistingue noi italiani da sempre ha reso però difficile la vita di chi voleva occuparsi come autore di fantastico essendo nato o nata a queste latitudini: e se per scrittori, fumettisti e simili ormai molti pregiudizi sono superati, questi rimangono però per il cinema fantastico made in Italy, perché sempre che fantascienza e Italia al cinema insieme non vadano d’accordo.

Ci si può provare a ricredere, con uno dei film di Natale di quest’anno, ll ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, un film di fantascienza, anzi ascrivibile al filone dei supereroi, nato da una scommessa del regista con il produttore Nicola Giuliano, reduce quest’ultimo da una discussione con i figli sul fatto che nel nostro Paese non si realizzassero film di questo genere.

Con sullo sfondo una Trieste sorprendente, perfetto sfondo per un film che ne esalta il lato fantastico e onirico valorizzando anche una zona ormai abbandonata come il porto asburgico, si assiste alla storia di Michele, interpretato dal biondo quattordicenne Ludovico Girardello, di Vittorio Veneto e con la passione per il teatro, ragazzino che sogna sui fumetti dei supereroi mentre è vittima del bullismo di due compagni con problemi, che scopre un giorno di poter diventare invisibile per un potere che si manifesta in lui, legato al mistero intorno alla sua nascita.

Un film che omaggia film, telefilm, fumetti di vari ambiti dell’immaginario, ed è divertente indovinare tutte le citazioni, e che racconta una storia fantastica, con archetipi che non stancano mai, ma che è un pretesto per raccontare la crescita di un ragazzino e i problemi dei giovanissimi di oggi, tra bullismo, ricerca di un posto nel mondo, genitori assenti o troppo invadenti, e l’invisibilità cos’è se non una metafora dell’adolescenza, quando si vorrebbe sparire o per contro essere notati, quando si è in cerca di un posto nel mondo, quando si cercano modelli, e i fumetti in fondo ne forniscono diversi.

A Il ragazzo invisibile, che fa scoprire anche, in alcune delle scene più appassionanti e legate al passato di Michele, la zona del Carso trasformata in Russia per esigenze drammatiche, sono legate altre iniziative, come un romanzo, edito dalla Salani, che approfondisce alcuni personaggi secondari,e una serie di fumetti che raccontano l’antefatto di questi nuovi supereroi. Il finale, come nella migliore tradizione del genere, è aperto, con nuovi sviluppi di questa nuova mitologia che mescola temi di ieri e di oggi: Gabriele Salvatores non chiude la porta ad un possibile sequel, tutto dipenderà dall’accoglienza del pubblico.

E vale davvero la pena di superare un po’ di esterofilia stavolta fuori luogo e andare a vedere Il ragazzo invisibile, sia se si ama il genere, sia se si è interessati alle tematiche legate ai più giovani, sia se si ama un regista poliedrico come Gabriele Salvatores. Sperando un giorno magari di essere riportati nel mondo di Ludovico, supereroe in cerca di una soluzione dei suoi superproblemi, molti dei quali in fondo li abbiamo avuti tutti.

 

Elena Romanello

 

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