Ravenna

Nella città di Ravenna troviamo la chiesa di sant’Apollinare in classe   che nel 1960 è stata dichiarata basilica minore da papa giovanni XIII, e patrimonio Unesco. Si tratta di un monumento paleocristiano del VI secolo fatta costruire da un ricco banchiere per volontà del vescovo Ursicino. E’ stata consacrata nel 549 dall’arcivescovo Massimiliano. la chiesa ospita le spoglie traslate del primo vescovo di Ravenna Apollinare e l’altare sorge sul luogo del suo martirio.

Sant’Apollinare nuovo invece fu voluta da Teodorico nel 505, come sede del culto ariano della sua corte. Dopo sotto Giustiniano passò alla chiesa cattolica. La chiesa a tre navate ospita fasce di mosaici di ispirazione ariana e decorazioni con i ritratti di Teodorico e dei suoi dignitari. I mosaici colorati voluti anche dal vescovo Agnello sono ben tre fasce di decorazioni musive allegoriche e simboliche con scene di vita di Cristo e dei profeti  e temi decorativi, immagini dell’ultima cena e della passione dove Cristo compare non più imberbe con la veste rossa ma con la barba secondo la tradizione orientale. In fondo d’oro in stile bizantino su lievi piani prospettici troviamo figure di santi e profeti. In alcuni immagini stilizzate compare il palazzo di Teodorico, il porto di classe simbolo di Ravenna, figure sospese di martiri in processione, di fanciulle in abiti preziosi fra ornamenti vegetali, Cristo in trono con angeli in una falsa illusione prospettica. Troviamo santi con toghe bianche candide e aureole giganti fra palme e prati fioriti. Molti santi hanno la corona simbolo del martirio e la madonna in trono fra gli angeli. Sono presenti pure i Magi. I mosaici mostrano l’evoluzione che hanno subito nel tempo. All’inizio hanno avuto poca profondità, con immagini rigide nella loro frontalità. Le figure dagli sguardi fissi mancano di volume. Dopo aumenta la presenza di immagini prospettiche meno bidimensionali.

In realtà nel lontano passato i mosaici servivano per intrattenere il popolo in chiesa con un turbine di immagini del nuovo e vecchio testamento. Servivano per chi non sapeva leggere le scritture e anelava a conoscere la storia del vecchio testamento e dei vangeli. Con pazienza bastava guardare gli affreschi e mosaici per fissare in mente le varie storie  eccitanti raccontate con maestria. Si leggeva guardando le figure che si succedevano nelle volte, nelle pareti, nelle absidi delle chiese. il popolo apprendeva osservando attentamente. Si comprendevano in questo modo le scritture, con busti, affreschi, quadri dove si narrava la fine dei tempi, il giudizio universale, il martirio di Cristo, la storia di Mosè e di Elia. I racconti erano curati nei dettagli e arrivavano fino in alto dove era più difficile leggere.

A noi rimane il rimpianto per quei tempi, ora si fanno chiese funzionali, in cemento, essenziali, senza orpelli, senza figure, senza immagini, spoglie e nude come anime senza meta.

 

Ester Eroli

 

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