Ricamo

Il ricamo è una attività artigianale di ornamento, una antica arte diffusa che può essere fatta su tessuto, cuoio, paglia con fili di seta, lino, lana, oro e perle, coralli. Oggi purtroppo non è un hobby diffuso e molti non riconoscono la valenza artistica di tale attività. Oggi i ricami vengono fatti soprattutto a macchina ma in passato si facevano a mano.

Il ricamo può essere di tre tipi: a fili contati che prevede una trama del tessuto dove il ricamo si fa direttamente contando i punti. Ci sono molti punti con vari nomi: gigliuccio, mezzo punto, puntocroce, piccolo punto, punto reale, punto quadro, punti a retino. Questo era molto usato per le tappezzerie, i lenzuoli; a filo riferito che si faceva su seta  e velluto con fili dorati e argentati avendo una figura e immagine di riferimento; poi abbiamo il ricamo su disegno che necessita di un disegno di base sulla stoffa. Usato per la biancheria intima e la biancheria in generale spesso con il solo colore bianco.

Il ricamo ha lontane origini. Era usato nell’antico Egitto, in Cina per la decorazione di vesti di personaggi illustri specie per cerimonie ufficiali. In India si usavano molto nastri e ricami come segno di distinzione di alcuni ceti. I testi letterari, Omero stesso ci parlano delle ricamatrici. La antica Grecia dette al ricamo un aspetto più orientale nei colori e nella varietà dei motivi e dei disegni.

In Europa divenne subito una tradizione popolare, una moda specie delle famiglie ricche. I bizantini ricorsero ad accordi di colore con l’uso di fili dorati come motivo di arricchimento del tessuto. Portare certe vesti ricamate era un segno di distinzione che denotava ricchezza ma anche signorilità d’animo. I bizantini usavano il ricamo per le cerimonie. La prima scuola sorse a Palermo per imparare a fare gli arazzi e i paramenti sacri . Nel Medioevo si usavano stoffe copte e bizantine apprezzate per la loro perfezione artistica. Si usavano per gli arredi sacri ma anche nel quotidiano per tovaglie, centrini, tappezzerie.

Nel rinascimento prevale il distacco dal gusto orientale del passato. Nelle corti si diffonde l’uso del punto inglese con scene figurate per arazzi, tovaglie sontuose, altari, quadri. Nel cinquecento sorgono laboratori artigiani di questa arte a Genova, Firenze, Venezia e scuole regionali. In Francia si diffonde un ricamo in stile orientaleggiante che denota opulenza. Nelle fiandre nel quattrocento è tradizione ispirarsi a disegni e quadri di artisti famosi come ad esempio il Pollaiolo.

Si diffonde il ricamo ad arazzo, il ricamo in bianco per la biancheria personale con punti pieni alternati a traforo, il ricamo in oro molto amato nel seicento per decorare chiese e case, il ricamo a  riporto con ritagli attaccati di altri tessuti tipico dell’età medievale, il ricamo in seta e velluto che necessitava dell’uso del telaio per l’uso di fili in oro e seta pura, ricamo su tela usato nei comuni del quattrocento  che era di due tipi e che serviva ad accrescere la sontuosità di certi ambiente. I paramenti sacri venivano fatti spesso da laboratori di suore. A Milano si diffuse l’arte del merletto e del ricamo in bianco. Nel seicento si diffuse anche il ricamo con fili incollati, tipico del Piemonte e delle Fiandre. L’uso del tombolo si diffuse a Burano per i merletti dai colori delicati. I popoli slavi preferirono i colori vistosi come rosso, giallo per camicie, tovaglie, gilè e il punto a croce. In Scandinavia si preferirono i verdi e gli azzurri per rallegrare la lana. Nelle Ande si ricamarono giacche, maglioni, mantelle. In Asia si previlegiavano  il filo di seta e rayon per fare gli orli frangiati in una vasta gamma di colori vivaci. I pizzi e i ricami preziosi vennero realizzati a Bruges dalle donne dette beghine. In Gran Bretagna si preferirono ricamati i sottopiatti, che indicavano la nobiltà della famiglia con scene di caccia o di palazzi antichi  infatti per i poveri i sottobicchieri erano di sughero o paglia. La prima macchina da ricamo si ebbe in Svizzera nell’ottocento con pantografo e telaio verticale. Il perfezionamento avvenne con l’oreficeria con l’uso della filigrana e di diversi tipi di filo metallico, di filo di cotone come quello di Scozia. Si usavano cucirini di seta, cotone, lino, rayon. Grazie all’uso delle macchine si ricamarono magliette con pietre preziose, gioielli, cristalli e paillettes, svaroski da parte di sarti famosi. Si realizzarono da parte di stilisti guanti, cappelli, camicette, lenzuola con punto erba, festoni, nido d’ape. Si fecero anche abiti per bambini e trapunte, con ricami sfilacciati. In passato esisteva il ricamo infantile, si iniziava presto e le nonne insegnavano i nipoti. Ora questa arte si sta perdendo e la cosa peggiore è che non viene considerata una attività produttiva degna di rispetto.

 

Ester Eroli

 

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