SOPRAFFATTI

Ci sono luoghi di lavoro dove tutto scorre liscio, senza intoppi, dove la meritocrazia ha il suo spazio vitale,  dove si va d’accordo e vi è un notevole spirito di collaborazione, dove non ci sono angherie e soprusi. Ci sono uffici, ospedali, parrucchiere dove si lavora come in una grande famiglia.

Tuttavia ci sono anche luoghi di lavoro che sono come una giungla piena di pericoli e insidie. Luoghi che deludono i dipendenti, che li fanno vivere sulle spine. In certi posti il clima è incandescente, la disciplina rigida come in una caserma. Ci sono proibizioni, punizioni, comportamenti dittatoriali, dirigenti che negano ferie e permessi che alzano la voce. Spesso ci sono perfide rappresaglie e spiacevoli ritorsioni anche per problemi di correnti politiche che si fanno la guerra e la posta in gioco sono i dipendenti trattati come merce di scambio come pedine di una scacchiera.

Negli ultimi tempi sono in agguato nuove insidie. Si mettono in certi posti a capo di sezioni, dipartimenti , divisioni giovani, ragazzi e ragazze belle  appena assunti che entrano già con alti livelli. Sono alteri, superbi e tendono a mettere sotto i dipendenti più anziani che magari sono laureati come loro e hanno le stesse specializzazioni ma non hanno santi in paradiso e quindi sono condannati a una vita mediocre, a una schiavitù totale. Gli anziani non sono considerati, guadagnano di meno a parità di competenze e specializzazioni. Sono messi da parte, nelle retroguardie. Come oggetti inutili e inservibili. Spesso gli anziani sono maltrattati, letteralmente sbranati da giovani arroganti e ragazze con la puzza sotto il naso sempre pronte a vantarsi, a battere il ferro, a offendere. Tutti fanno finta di nulla nessuno smuove le acque per paura di tragiche ritorsioni, spostamenti, cambiamenti di mansioni. Le ritorsioni dopo una ribellione possono essere fatali e gravi. I giovani prepotenti fra loro se la intendono, sono amici e si danno la mano. La giornata lavorativa va avanti fra offese e soprusi. I giovani comandano, gestiscono le ferie, i lavori senza consultare  i più anziani del settore che hanno in ogni contesto le briciole. Gli anziani perdono la tramontana, vorrebbero intervenire, fare un blitz  ma la loro voce è flebile, resta inascoltata. Molti non sono capaci di una rivoluzione cruenta perché temono l’isolamento, il licenziamento. Ogni giorno ci sono scontri, battibecchi.

Nei casi più gravi capita che il giovane requisisca lui tutti i lavori, o spaccia per propri lavori che ha commissionato ai colleghi più anziani senza rispetto.

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