La vecchia seteria di San Leucio

La vecchia seteria di San LeucioMolti sono i siti protetti in Italia, quelli dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Uno di questi si chiama San Leucio, in onore del martire brindisino. San Leucio è propriamente una frazione situata nel comune di Caserta, ricca di boschi e vigne. I Borboni quando conquistarono il regno di Napoli cercarono di colonizzare il territorio realizzando costruzioni di palazzi monumentali. In località san Leucio crearono un casino di caccia, destinato a brevi soggiorni e lasciato poi alla gestione diretta di guardiani, trasformato poi in palazzo. Ferdinando IV di Borbone vi organizzava battute di caccia e feste a tema e vi realizzava il belvedere e i giardini all’italiana . il palazzo si andò arricchendo di affreschi fantasiosi e arredi in stile classico e di una rampa di accesso con doppia scalinata . All’interno del palazzo si trova la vasca della moglie di Ferdinando, Carolina d’Asburgo, realizzata con il prezioso marmo di Carrara grigio, che doveva contribuire ad esaltare l’incarnato pallido della principessa. In un secondo momento il complesso venne trasformato in stabilimento reale per la lavorazione della seta. Le commesse venivano da tutte le corti europee e persino dal Vaticano, dalla corona inglese, dalla stessa casa Bianca. La prima comunità di artigiani e operai della seta era relativamente piccola, poi venne via via ampliandosi grazie all’apporto di maestranze locali e straniere, in particolare francesi, sempre molto attenti al mondo della moda e alle sue tendenze e italiane come quelle messinesi. Si riforniva il mercato dell’abbigliamento con calze, velluti, damaschi, broccati di pregio seguendo spesso i dettami della moda francese. Nell’ottocento la seteria ebbe grande espansione. Si accede all’antico quartiere della seta attraverso un portale di accesso ad arco in stile settecentesco che porta in alto le effigi dello stemma borbonico. Il quartiere era costituito di case fatte costruire apposta per gli operai, gratuite, tuttora visibili, ben realizzate munite di servizi e di acqua. Gli operai e le maestranze godevano di benefici come l’istruzione gratuita per i figli, orari ridotti, libertà di lasciare il lavoro, rispetto delle donne e altri privilegi. Si poteva diventare operaio all’età di quindici anni e ottenere il diploma di merito. La colonia della seta si riservava la possibilità di espellere dalla colonia individui poco adatti e pericolosi, accompagnati da una liquidazione . Nel complesso si può visitare, con specifiche guide, il museo della seta con abiti sia popolani che aristocratici in seta. Si può visitare poi l’antica fabbrica della seta dove sono presenti ancora, alcuni funzionanti, macchinari destinati alla produzioni, tutti originali, che descrivono nel dettaglio le fasi della produzione dalla colorazione alla torcitura. Nel palazzo si può ammirare anche una mostra permanente che descrive i principali palazzi borbonici in territorio campano. Ora la lavorazione della seta viene affidata solo a aziende private.

 

Ester Eroli

 

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