Continuo cambiamento

Continuo cambiamentoCi sono come sappiamo molte leggi di natura che si impongono o che semplicemente vanno rispettate, poi ci sono leggi create dagli uomini, alcune volte non scritte ma tremendamente urgenti, che esigono rispetto come fossero scritte con il fuoco. Nella nostra società moderna ci sono delle regole che vanno rispettate tacitamente come se fossero vangelo. E’ un dato di fatto che bisogna sempre cambiare, anche quando non è necessario, non è importante, non serve. Le vetrine dei negozi cambiano continuamente immagini, colori, disegni, non si fa in tempo a vedere una creazione, un vestito che subito questo sparisce sostituito da altri. Le immagini dei tabelloni pubblicitari vengono cambiati con la velocità della luce. Per un tacito accordo i siti web mutano continuamente menù, notizie, pubblicità. Non ci sono immagini che restano fisse almeno per un po’ di tempo. Ci stupisce come anche al lavoro mutano continuamente programmi, progetti e come le colleghe, soprattutto, mutano costantemente abiti e non li indossano più per il resto dei giorni. In vacanza, in viaggio i nostri compagni, specie se è una gita organizzata, mutano continuamente scarpe, cravatte, zaini, borse, fulard e quello che indossano la mattina non lo mettono il pomeriggio o la sera. In albergo al mare siamo costretti a mutare di continuo costumi, prendisoli per non essere guardate male. Se una persona compra un vestito costoso avrebbe anche il piacere di indossarlo più volte, di goderlo pienamente e non solo per una sola sera, ma se lo facciamo c’è sempre chi è pronto a sottolineare il fatto che l’abbiamo già indossato. Prima l’abito elegante di un matrimonio poteva essere indossato per altre cerimonie anche in ambito familiare ora invece bisogna cambiare sempre toletta con dispendio di tempo e denaro. Se indossiamo lo stesso capo di abbigliamento veniamo guardati con aria annoiata. Ogni volta bisogna trovare qualcosa di nuovo e di stravagante perché non si accetta mentalmente il già visto che invece rassicura. Un abito già indossato ci rende più disinvolti, più franchi, specie se è il nostro preferito. Invece fa buona impressione solo tutto quello che è nuovo di zecca. Anche in arte agli artisti si impone di cambiare stile. Tutti sono convinti della necessità di cambiare sempre persino in amore. Si cambiano spesso colore di capelli, persino compagni. Ipoteticamente è la novità quella che attira e incuriosisce, lascia spazio alla immaginazione, favorisce le occhiate compiaciute. Il nuovo genera suggestione. Le cose vecchie, magari esibiti una sola volta, non vengono neppure più guardate. I giornali stessi sottolineano negativamente, con malizia il fatto che una attrice abbia rimesso un abito già mostrato. Questo atteggiamento leggero, legato solo al vizio di forma, denota invece una situazione sempre più grave. Gli armadi si riempiono fino all’inverosimile di abiti indossati una sola volta. I manager, i capi di aziende sono costretti a cercare sempre nuove formule innovative. I profumi stessi escono dal mercato soppiantati da altri più cattivi ma che hanno il fascino del nuovo. Così quando ci rechiamo a comprare il nostro profumo preferito non lo troviamo più, perché non viene più prodotto. Tutti si sono stancati di quella fragranza meno che noi che la reclamiamo a gran voce guardati storto. Siamo costretti a cercare le cose uscite di serie in mercatini, a visitare negozi di oggetti demodè nella speranza di ritrovare il nostro oggetto. Le cose già apparse non destano più interesse. Il problema è quello che occorre sempre uno sforzo di fantasia, che si crede fonte inesauribile. Aziende non al passo con le mode, con i tempi hanno chiuso i battenti. Bisogna passare il tempo a spremersi le meningi per trovare un nuovo abito decente da indossare, una nuova macchina da portare al matrimonio degli amici, una nuova linea di costumi da bagno. Anche al mare, quando si pensa al relax, ci obbligano a cambiare costantemente costumi, pettinature, sandali. Allora la vita diventa una corsa ad ostacoli, e non viene vissuta pienamente. Ci dimentichiamo di vedere un fiore che sboccia in un prato per correre a comprare l’ultimo modello di cellulare che, usciti dal negozio, è già un modello superato. Si stava meglio il secolo scorso quando molti avevano solo un abito per la festa.

 

Ester Eroli

 

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