La necessità di inventarsi un lavoro

La necessità di inventarsi un lavoroI giovani hanno compreso con il tempo che studiare non sempre favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro. Spesso si trova un lavoro non adeguato agli studi intrapresi. Ci è resi conto che studiare filosofia e materie umanistiche non rende, non si fanno soldi. Solo le materie scientifiche, l’economia garantiscono ottime posizioni, carriere brillanti. Chi frequenta scuole prestigiose, chi studia contabilità, chi è portato per la matematica è avvantaggiato e spesso se ne approfitta e si vanta della sua preparazione. L’economia è la preferita e garantisce a chi la pratica un certo snobismo sociale. L’economia, anche se priva di fascino, riscuote successo e ammirazione. Quello che conta sono i mercati non la comunicazione.

Tuttavia con la crisi economica anche questo settore strategico si è indebolito e non da più frutti. Silenziosamente anche l’economia ha perso l’aurea di rispettabilità. Chi la pratica non può più guardare gli altri dall’alto in basso. Molti si sono dovuti ricredere. La crisi rapace ha tolto ogni illusione. Allora non conviene far studiare i figli, spendere in ripetizioni senza badare ai soldi. Lo studio non da più soddisfazioni se non quelli personali.

Per fortuna che molti giovani si sono ingegnati e si sono inventati il lavoro. Ci sono ragazze che si sono messe a vendere torte e dolci in internet per feste, giovani che si sono improvvisati animatori nei villaggi turistici, giovani donne che vendono maglie di lana fatte in casa o a macchina, donne mature che si sono messe a ricamare e cucire su commissione. Sono nate nel frattempo altre professioni improvvisate come i dog-sitter.

I giovani hanno saputo fare del loro hobby una professione, hanno creato aziende imitando i grandi gruppi industriali. Molti giovani hanno spiccato per le loro eccellenze, per le loro invenzioni. Nei confronti dei giovani spesso è stato fatto un vero errore di valutazione, molti si sono fatti valere con forza. Il governo stesso ha esortato a seguire questa strada, quella della improvvisazione che può anche dire bene. Molti si sono dedicati alla vendita porta a porta pur essendo laureati. Giovani stanchi di cercare lavoro si sono ingegnati.

La loro inziale stanchezza è stata scambiata per alterigia. I politici li hanno definiti bamboccioni e fannulloni, usando espressioni infelici e mostrando mancanza di tatto. Intanto i posti importanti vengono ricoperti dai soliti noti. Il loro impero finanziario e familiare non conosce scosse e tramonti. A trovare lavoro in certi ambiti sono sempre gli stessi come per miracolo. Basta avere una solida rete di parentele e amicizie. In certi casi si è costretti a ricorrere a certi appoggi se non si vuole finire sulla strada. Allora le invenzioni passano in secondo piano. In primo piano ci sono solo i vincoli tenaci che tengono unite certe famiglie. Certi posti si ottengono solo per successione automatica. Tutto spinge verso questo tipo di soluzioni. Allora chi si è ingegnato per arrivare a fine mese ci sembra un eroe, anzi un super eroe degno di rispetto visto che ha avuto la libertà di scoprire da solo cosa è veramente importante.

 

Ester Eroli

 

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