L’etica politica europea

L’etica politica europeaL’etica,  per definizione, è quella branca della filosofia che studia la capacità dell’uomo a distinguere i comportamenti buoni da quelli cattivi, senza compromessi e senza intaccare la propria libertà. Può essere descrittiva se, appunto, descrive il comportamento umano, o normativa se ne fornisce le regole. In politica, l’etica tiene conto degli alti valori morali ed è funzionale alle esigenze regolamentari, gestionali ed amministrative dello Stato per realizzare il benessere della collettività. Ma ogni singolo Stato è un’entità astratta e quindi non ha una missione e nemmeno una funzione etica.

Da tale premessa si deduce che è il momento di cominciare a pensare a una forma politica che vada oltre l’attuale dimensione del singolo stato, ora più che mai bisogna dare corpo ad un’Unione Europea che appare ancora in embrione e che manifesta notevoli incapacità a rispondere alle esigenze di una società multietnica, caratterizzata soprattutto, da un imponente mosaico di leggi e culture diverse.

L’Europa non è un’entità territoriale omogenea sia politica, sia economica, tantomeno etnica, forse un giorno lo sarà ma, occorrerà ancora chissà quanto tempo, forse secoli, prima che si formi una mentalità, una coscienza e quindi un’etica europea consapevole del proprio significato geopolitico ed essere paragonata, un giorno, ad un tessuto federale come gli Stati Uniti.

L’Europa rischia di rimanere solamente un’ aggregazione geografica di tipo fisico e non politico, forse commerciale ma non culturale se, i latini continueranno a ragionare e a comportarsi da latini, gli anglosassoni da anglosassoni, gli slavi da slavi e così via.

Eppure l’idea dell’Europa parte da lontano, ha illustri precursori a cominciare dall’abate Charles-Irené Castel de Sait-Pierre che già nel ‘700 proponeva una società delle Nazioni europee. Alla fine del’700 anche il grande filosofo tedesco Emanuele Kant proponeva uno stato federale europeo basato sull’etica. L’italiano Giuseppe Mazzini nell’800 parlava di Giovine Europa come una famiglia di nazioni amiche, dopo di lui anche Victor Hugo e Carlo Cattaneo si espressero in tal senso, perfino Carlo Marx considerava il proletariato in chiave europea.

Pertanto, già tre secoli prima, l’Europa aveva cominciato ad emettere i primi timidi vagiti che sarebbero poi diventati un coro a sei voci nel 1960 con la Carta di Roma che ne sanciva di fatto l’inizio con i paesi membri:(in rigoroso ordine alfabetico) Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Olanda.

Luigi Einaudi, grande economista italiano che allora, con successo ed entusiasmo, aveva indicato il sistema di procedure per addivenire ad un Europa integrata, aveva previsto con largo anticipo il suo, tutto sommato veloce, allargarsi ad un gran numero di Stati(27 in 50 anni di storia)… ma non poteva prevedere che: a) i tedeschi sarebbero rimasti tedeschi, i francesi francesi, gl’italiani italiani, gli inglesi ancora più inglesi, b) che la moneta unica, l’euro, non sarebbe stato accettato da tutti(17 su 27)e che ad alcuni avrebbe creato disagi, malumori e nostalgie, c) che in politica estera non si seguisse mai una linea di condotta comune, vedi i conflitti in Kosovo, Serbia, Iraq, Afghanistan, d) che sarebbe bastato un effetto domino della crisi economia americana a far litigare tutti i paesi membri sulle misure da intraprendere per fronteggiarla, e) che Paesi membri (vedi Grecia per ora, ma a breve potrebbero essercene altri)in difficoltà economica, rischino il fallimento e l’uscita dall’Unione a causa del rifiuto d’aiuto di altri Paesi, al momento, più diligenti di altri.

L’etica politica europea

Aiutare uno o più membri in difficoltà fa parte dell’etica Europea, il momento solenne e fondamentale che sancirà la vera Unione, si verificherà soltanto allorché il nuovo sistema dei diritti e doveri comuni uscirà dalle rispettive ragion di stato. Solo riuscendo a svincolarsi dalla logica machiavelliana, contraria a qualsiasi etica, potrà prendere piede lo Stato di Diritto in chiave di Unione Europea, che va inteso come ente astratto che permette sia la libertà di scelta, sia l’ assunzione di responsabilità, positive e negative.

 

Adriano Zara

 

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