Gioacchino da Fiore

Gioacchino da FioreNato a Celico in provincia di Cosenza nel 1145, fra’ Gioacchino, monaco cistercense, può essere considerato il primo frate scomodo dei tutta l’epopea del monachesimo. Le sue teorie innovatrici del pensiero cristiano furono l’involontario volano della ridda di contestatori ed eretici che nacquero e si svilupparono durante i secoli bui del Medio Evo.

I seguaci del suo pensiero denominati gioachimiti, crearono non pochi grattacapi e fastidi alla Chiesa che si vide costretta a prendere drastici e significativi provvedimenti contro coloro che, abbracciando il suo pensiero, lo distorsero e lo manipolarono  fino ad essere dichiarati eretici. Per di più, le sue teorie di carattere antisemita furono esasperate in modo tale da diventare un autorevole punto di riferimento su base teologica per giustificare attuali e fututi atteggiamenti e provvedimenti di ghettizzazione e persecuzione degli ebrei dalle società di altre confessioni.

Il suo pensiero sulla terza età(detta di suprema libertà), in particolare, profetizzato e conclamato in pubblico, suscitò lo sdegno della Chiesa che condannò e mise al bando, definendole catastrofiste, le sue opere più famose come: De unitade seu essentia Trinitatis, che metteva in discussione il dogma della Trinità, e De articoli fidei, in cui profetizzava la venuta dell’Anticristo e delle persecuzioni che l’avrebbero accompagnato, seguite dall’implacabile giudizio di Dio. Il Concilio Lateranense indetto da papa Innocenzo III nel 1215, sancì decisamente la sua bollatura per dare un taglio netto all’enorme influenza che aveva suscitato sui suoi contemporanei, non essendo stati sufficienti i già drastici provvedimenti intrapresi contro i suoi esaltati seguaci, come punizioni corporali, torture, esorcismi e addirittura roghi!

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Gioacchino da Fiore 3

 

 

 

 

 

 

Papa  Innocenzo III

Fra’ Gioacchino era in buona fede e non aveva immaginato che le sue idee e ipotesi sarebbero state causa di cosi tanti disagi per il suo credo e la sua Chiesa. Si era fatto monaco a seguito di un viaggio in Terra Santa e, dopo una rapida carriera in seno al suo ordine, ebbe diversi incarichi in qualità di abate, ma essendo diventato un profondo studioso di filosofia e teologia, chiese di essere dispensato dall’incarico per dedicarsi completamente allo studio ed alla meditazione. Ottenuto il nulla osta direttamente da Papa Clemente III, si ritirò sulla Sila e cominciò la sua opera di studioso da eremita.

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Papa Clemente III

Ma la cosa si riseppe e suscitò la curiosità di molti frati che presto lo raggiunsero volendo emularlo e seguire i suoi dettami filosofici. Fu, pertanto, costretto ad erigere un eremo a San Giovanni in Fiore e fondare un ordine religioso definito, appunto, florense.

Addolorato per tutti i danni procurati alla sua Chiesa, ma mai sconfessando le deduzioni e le teorie ricavate dai suoi lunghi e pazienti studi, si spense, da eremita, nell’abbazia di San Giovanni in Fiore alla veneranda età di 77 anni.

 

Adriano Zara

 

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