L’abbraccio di Amore e Morte

L’abbraccio di Amore e MorteSpesso da adolescenti, magari negli anni di liceo, abbiamo letto i versi di Leopardi, tratti dalla poesia “Amore e morte”:

Fratelli, a un tempo stesso amore e morte ingenerò la sorte………………………..quando novellamente nasce nel cor profondo un amoroso affetto, languido e stanco insiem con esso in petto un desiderio di morir si sente………..”

e siamo rimasti sbalorditi. Non capivamo come mai un sentimento così sublime potessi confondersi con la morte. L’amore ci appariva, data l’età, un sentimento puro, cristallino, capace di portarci alle alte sfere, di sublimarci, di esaltarci, di condurci in paradiso. L’amore che annulla tutte le difese, che travolge, che investe come un ciclone. Quella attrazione irresistibile che ci porta a perdere completamente la ragione non può spingerci a nutrire pensieri di morte. La morte quando amiamo dovrebbe essere lontana mille miglia, non esistere nemmeno a livello mentale. L’amore ci fa credere di essere immortali, e con esso riceviamo un autentica iniezione di vita. L ‘amore puro, vero non può confondersi con il peggiore dei mali, la morte, quella che non si cancella, che non perdona, che non guarda in faccia a nessuno, che uccide i pensieri e li fa diventare cenere, quella che annienta lo spirito e distrugge il corpo, la mente. Con il tempo, con l’esperienza, maturando abbiamo compreso che le pulsioni di vita e di morte sono insite nella dimensione psichica di ogni essere vivente. Anche a livello mentale scopriamo che possiamo amare e odiare, vivere e morire, creare e distruggere, fare e disfare, approvare e respingere, ogni giorno della nostra vita. I nostri sentimenti possono essere distruttivi e persino autodistruttivi anche in amore. Si può condannare l’altro come un giustiziere e farlo morire nel nostro cuore. Si può volere la morte dell’altro quando ci tradisce, ci umilia, si allontana da noi anche solo mentalmente. Molti innamorati pazzi hanno ucciso l’oggetto del loro amore, l’hanno dilaniato, massacrato a colpi di pistola. L’amore folle può portare ad avere desiderio della morte, ossia di liberarsi dal peso di una così grande passione. Nel caso di morte dell’amato si può sentire vivamente il desiderio di raggiungerlo. Anche chi odia i funerali, le bare, vedere i morti di fronte alla morte dell’amato si fa coraggio, visita la bara aperta pronta per il funerale, desidera toccarlo ancora fondersi con lui, qualsiasi cosa accada. Vedere la persona amata con un altro partener ci può suscitare un dolore talmente grande da rasentare il sentimento di morte, ci sentiamo soffocare, morire. Il senso della fine si impadronisce del nostro cuore. Percepiamo distintamente un languore, uno sfinimento come nel caso di una malattia mortale. Il corpo perde colpi come il cuore. Pensiamo che morire sia la soluzione per bloccare quel travaglio intenso dell’anima. Molte sono le persone che hanno posto fine alla propria vita, si sono annullate perché respinte, deluse in amore. Il suicidio pone fine definitivamente alle pene d’amore. Nei triangoli amorosi la soppressione del rivale appare come l’unica ancora di salvezza. La passione che acceca porta alla morte, alla propria o a quella degli altri poco importa. E’ facile così sfidare il rivale a colpi di coltello solo per un semplice sguardo, per un complimento. In amore spesso vogliamo l’esclusiva e togliamo di mezzo tutti gli ostacoli che ci impediscono di raggiungere il nostro oggetto d’amore. Per amore si arriva persino a sfidare la morte, pensiamo alle prove di coraggio di certi ragazzi che si mettono in mostra con le loro coetanee. L’ebrezza di sfidare la morte da un senso di vitalità, paradossalmente dopo ci si sente più vivi, più innamorati. La prova d’amore che si traduce in una prova di coraggio. Avere la morte vicina aumenta la sensazione della vita in modo euforico e quindi anche dell’amore. Prendersi gioco della morte aumenta l’autostima dell’innamorato. Si sente il bisogno di sfiorare la morte per prendere consapevolezza della vita, dell’amore. La morte vicina stimola il recupero dei valori. Così il dio Eros della mitologia, lo sposo di Psiche, astuto e fiero, con le sue frecce viaggia a braccetto con Thanatos, dio della mitologia greca che personifica la morte, figlio della notte, insensibile alle preghiere a causa del suo cuore di ferro. La potenza dell’amore, la sua completezza è sfiorata dalle ali fredde ma sublimi della morte.


 

Ester Eroli

 

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