Recitare

RecitareCi sono persone che amano recitare, che hanno l’abitudine alla strategia tipica della recita. Gli attori studiano nelle scuole di recitazione preposte, si impegnano, adottato varie tattiche, svolgono ricerche all’interno del proprio io per dare il meglio. Tuttavia per recitare non basta la vocazione, la propensione, la passione, la fatica, la partecipazione emotiva, il sangue freddo, il controllo delle pulsioni e non basta nemmeno il consenso del pubblico, il loro applauso, il loro sorriso compiacente. Non basta volere essere un attore, avere entusiasmo per poter recitare. Spesso alcune recitazioni ci appaiono misere nonostante gli sforzi e le buone intenzioni. Spesso gli attori seguono meccanismi ben precisi, modello di riferimento anche famosi ma non raggiungono il loro obiettivo totalmente, completamente. Stranamente ci rendiamo conto che c’è qualcosa che non va, che rende inquieto l’attore stesso. Non serve che il personaggio bussa al cuore dell’attore, non servono le lodi del regista o l’appoggio del pubblico. Non conta tenere tutto sotto controllo, tenere d’occhio la respirazione, avere la giusta preparazione.  Alcune cose saltano agli occhi in modo lampante in assoluta onestà. Molti attori ci appaiono fragili, impacciati, agitati  nell’approccio al personaggio. Non basta entrare nei panni del personaggio, ci vuole qualcosa di più. L’attore vero è quello che si cala nel personaggio ma arriva a mescolarsi con esso, a fondere la propria urgente personalità con quella del personaggio, diventando un’unica persona. Non basta la sola immedesimazione, occorre rimuovere, smussare certi aspetti del proprio carattere e uniformali a quelli del personaggio e inversamente snellire il personaggio per crearsi una propria maschera. In questo modo c’è uno scambio e una simbiosi, una fusione perfetta fra i due alter ego. Allora ci capita di vedere nella recitazione tratti del carattere dell’attore, la sua fisionomia artistica e nella sua immagine pubblica e privata tracce dei personaggi che ha interpretato. Nelle interviste a certi attori si vede chiaramente che i personaggi non sono stati rimossi, nessuno di essi è stato annullato, ma tutti hanno lasciato una impronta, una traccia. L’attore pazientemente toglie peso al proprio essere per proporre qualcun altro che lascia però evidenti tracce nel suo io più profondo. E’ come se i personaggi si vendicassero e reclamassero una piccola parte di vita nella realtà. Gli attori che  fanno parlare di sé sono quelli che hanno mescolato alla loro verità quella dei personaggi interpretati.

 

Ester Eroli

 

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