Troppo viziati

Esiste una massa enorme di gente comune che conduce una vita abbastanza ritirata, lontano dai riflettori, semplice, quieta. Poi esiste una piccola élite di persone dirigenti, capi di azienda, industriali, docenti, intellettuali, giornalisti di grido che conducono una vita completamente diversa fatta di viaggi in paesi lontani, di ville con la piscina e auto d’epoca. Una vita avulsa dal reale contesto sociale sempre più degradato. La gente in alto non attraversa le periferie fatte di strade dissestate, spaccio di stupefacenti, prostituzione, risse fra ubriachi. Di solito fingono di non vedere quello che sta sotto gli occhi di tutti. Vivono in disparte come fuggitivi fra feste private, balli in maschera, cene a lume di candela in ristoranti eleganti. La loro vita è immobile, ripetitiva, i loro piaceri scontati. Sono i piaceri della buona tavola, del buon vivere. Non smettono mai di divertirsi, non si privano mai del superfluo a vantaggio degli umili. Non prendono le difese dei poveri. Anzi storcono il muso quando incontrano gente del popolo per loro volgare e maleducata. I deboli sono trattati con sufficienza, senza misericordia . Nessuno dei ricchi da retta a un poveraccio. Se si sentono braccati scappano, piantano in asso tutti pur di difendere la propria privacy. I barboni che giacciono in terra al freddo  non fanno ne caldo né freddo.

I figli dei potenti, della gente importante crescono rigogliosi nell’abbondanza, strappati prematuramente all’innocenza. Sono liberi di fare tutto quello che vogliono. Hanno bambinaie, giocattoli, moto, biciclette, altalene. Infiniti sono i regali per loro. Da grandi seguono mille corsi, studiano lingue, viaggiano all’estero. In casa reclamano se non ottengono quello che vogliono. Non hanno pietà, non provano rimpianto, rimorso, non hanno simpatia per i poveri. Alcuni frequentano diversi tipi di sport, scuole d’arte, scuole di musica. Sanno suonare mille strumenti e frequentato molti locali. Alcuni sono prepotenti e maliziosi e dedicano molto tempo solo al divertimento, nelle altre questioni sono negligenti.

I genitori benestanti li proteggono, li difendono, li seguono con gli occhi ammirati, Sono per loro dei gioielli rari da collezione.

In passato l’educazione dei rampolli era diversa. I padri insegnavano il rispetto degli altri, il risparmio, la benevolenza, la magnanimità, il coraggio. Le madri insegnavano la pietà, il perdono, la riconoscenza, l’indulgenza, la solidarietà.

Forse si sta creando una generazione di gente troppo viziata che pretende il massimo e schernisce gli altri per il solo fatto di non appartenere a certe elite. Il gioco diventa pericoloso e a lungo andare potrebbe sfuggire di mano.

Il non rispetto per gli altri si traduce anche nel non rispetto dei genitori che vengono completamente ignorati e derisi.

 

Ester Eroli

 

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