Le caratteristiche dell’idromazia

L’Idromazia è un antico metodo divinatorio diffuso nella Grecia classica e poi esportato, che consisteva nella analisi e osservazione dell’acqua, anche di laghi, ruscelli, fiumi per predire il futuro e guardare nel passato. Esistono in questo ambito varie forme di divinazione. Gli oracoli potevano essere fatti nei laghi calmi ma anche vedendo i movimenti delle acque di mari, fiumi ecc. In particolare il futuro veniva predetto guardando dentro pozzi e fontane o lanciando sassolini negli stagni per vedere i cerchi concentrici che venivano letti da esperti detti idromanti o indovini che dovevano interpretare le immagini che comparivano. Secondo antiche leggende si dovevano gettare tre tipi diversi di sassi in uno specchio d’acqua, uno rotondo, uno quadrato, e uno triangolare per avere una predizione esauriente. In Ungheria nel settecento si usava questo metodo per facilitare il trance, anche lieve, e uscire fuori dal corpo. Solitamente lo facevano quelle che erano dette streghe. Le maghe facevano vedere ai familiari durante il consulto le ombre dei loro morti dentro i riflessi dell’acqua di un catino o bacile. L’idromazia era quindi una tecnica del trance indotto che favoriva il contatto con entità defunte. Per attivare il trance si ricorreva all’acqua santa e all’uso di oracoli e formule magiche. Si usavano simboli e libri di magia per fare le evocazioni. Spesso nell’acqua comparivano spiriti del purgatorio, anime dannate, luciferine. Si consultavano gli oracoli dell’acqua per avere risposte su un furto, sulla sparizione di un oggetto ecc. Molte donne vennero condannate perché dedite a questa pratica con un processo per superstizione. Molte durante il rito dell’acqua si trasformavano in gatti e animali.

il rito della bacinella mescola usanze pagane e cristiane. Il rito prevede di prendere l’acqua da tre pozzi diversi nella notte di san giovanni da parte di una vergine. il rito deve essere accompagnato da candele accese, preghiere rituali, e formule. Spesso si usavano donne gravide. la cultura magica prevedeva sortilegi con folletti e angeli. Nel seicento il rito coinvolgeva partorienti e bambine. nei riti esoterici si invocavano gli angeli neri che apparivano mascherati.

Il rito classico prevede di chiudersi in una stanza buia e silenziosa, di essere rilassati ma con gli occhi fissi senza sbattere le palpebre, con le candele accese riflesse nella bacinella d’acqua, in atteggiamento meditativo e pronunciare le formule di rito. Dopo che sono comparse le immagini, i messaggia anche verbali, uditivi e percettivi si può spegnere la candela.

Ai giorni nostri tale pratica non è stata abbandonata, si usa infatti guardare i specchi d’acqua per capire ed avere una visione dei cambiamenti climatici in atto.

 

Ester Eroli

 

 

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