2 giugno, un giorno di festa

2 giugno, un giorno di festaSi avvicina a grandi passi il ponte del due giugno. Le feste sono sempre una cartina al tornasole del nostro umore, del nostro stato d’animo, della nostra depressione, del nostro entusiasmo. Solitamente da piccoli , quando si ha l’abitudine a fantasticare, e si è ricchi di buoni propositi per l’avvenire, si attendono le feste con trepidazione, con ansia in quanto fonte di gioia e divertimento, di incontri e giochi spensierati. Ogni bambino che va a scuola guarda sempre, anche con sguardo timido, il calendario per vedere l’arrivo delle feste. I piccoli provano sempre una profonda malinconia alla fine del periodo di vacanza. Dopo le feste natalizie, che hanno illuminato i loro occhi di visioni di sogno, detestano tornare sui banchi di scuola. I loro sogni sono disturbati dal ritorno alla realtà di tutti i giorni. Il sogno eccitante condiziona i primi giorni di scuola dopo le vacanze. I ragazzi sono apatici, non riescono a tornare al normale ritmo di studio. Non sempre le feste sono viste sotto questa luce. Per molti, per i depressi, per i malinconici, le feste vengono guardate con angoscia, con spavento. Ogni ciclo di feste per molti è una battaglia contro il demonio della solitudine che si annida nell’anima. Le strade con i negozi chiusi, le vie deserte perché tutti sono andati via, non aiutano. Gli anziani soli, le donne abbandonate dal marito, le madri che hanno perso un figlio vedono, nell’approssimarsi delle feste, l’arrivo di una minaccia concreta, reale. La mattina del giorno di festa sono più inquieti, un dolore acuto si insedia in mezzo al petto, un umor nero, un sapore amaro in bocca come di fiele. Si portano in giro tutto il giorno questo doloroso segreto, questa voglia di ripudiare la festa, questo desiderio di un normale giorno di lavoro che permette di non pensare, di allontanare i pensieri cupi. Cercano di lottare con se stessi per vincere, mentre ascoltano in silenzio la voce turbata della loro anima affranta. La morte viene all’improvviso e spesso spazza via legami importanti che nel giorno di festa sono sotto gli occhi nella loro agghiacciante assenza. Bisognerebbe in verità vincere tutte le tentazioni di pensieri malevoli. Non bisognerebbe farsi sorprendere, in questi casi, impreparati dalle feste che così piombano sulla testa come una scure. Bisogna organizzarsi prima. Gli anziani potrebbero organizzare una passeggiata, una visita a un amico, un incontro nel parco, anche una visita da soli, se non si trovano amici, in un museo, in una mostra, anche una sosta in un locale affollato. Bisogna assolutamente distrarsi per evitare il tarlo dei pensieri molesti. Con prudente allegria si può seguire uno spettacolo a teatro, al circo. Le persone particolarmente anziane, che non possono muoversi liberamente, possono trovare conforto in una parrocchia che organizza sempre qualche evento in occasione di ricorrenze particolari come il carnevale, la Pasqua. Per le persone che non si sanno vincere, che sono ossessionate dai ricordi è consigliabile non restare soli in casa con le proprie idee. Si può passare un pomeriggio anche in compagnia di una suora che può dispensare consigli come un’altra persona. Anche i consacrati alla vita religiosa sono soggetti alle passioni umane e conoscono la vita.

Ester Eroli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.