In Irlanda è molto diffusa la pratica di organizzare una cena leggera dopo il servizio funebre. Si tratta di un modo per stare vicino alla famiglia, per onorare nei discorsi la memoria del defunto.
Attualmente invece i familiari giungono a bordo di auto potenti, con austeri occhiali scuri, si muovono in modo formale, pronunciano parole convenzionali di ringraziamento. Nella confusione generale ci si rende conto che non tutti i paesani e gli amici sono presenti. Qualcuno ha impegni urgenti di lavoro, di studio, altri hanno preferito distrarsi davanti al televisore. Passando sotto i balconi si può sentire la tv accesa. Molti presenti si ignorano e non si salutano, magari per vecchi rancori. Un clima gelido ci avvolge. Il dolore è composto, misurato, niente lacrime abbondanti. Il buon senso ci impone un comportamento controllato. Il defunto viene accompagnato poi in tombe magari sontuose con marmi e travertino. In alcuni casi il lusso è evidente negli abiti, nei profumi, nelle auto. Un lusso a stento soffocato. I contatti umani sono ridotti al lumicino. Ognuno riparte all’uscita del cimitero con una fretta paurosa. Pochi privilegiati e amici raggiungono la casa del defunto. Spesso per volontà del defunto non si accettano fiori, quindi non si può neppure sentire l’odore dei fiori pervadere l’aria. Il funerale diventa sempre più un fatto privato, nascosto agli occhi del mondo, del paese. Molti partecipanti vengono invitati a tornare a casa subito dopo la cerimonia religiosa. Una stretta di mano è sufficiente per un saluto veloce. Non si può pretendere di questi tempi una maggiore condivisione. Il tempo dei convivi, degli incontri fra paesani è finito.
Ester Eroli