Baressa

Baressa è un comune sardo, in provincia di Oristano,  che fa parte della regione storica Marmilla, e conta circa settecento abitanti. Si tratta di un comune abitato sin dal neolitico come mostrano i suoi antichi portali e le testimonianze nauragiche.

Nel mese di settembre si svolge una sagra , ormai di molte edizioni, che mostra la vocazione della zona per la coltivazione della mandorla che è un motivo di orgoglio degli abitanti. Di solito i visitatori provenienti da ogni parte dell’isola  e d’Italia si affollano nelle vie del centro storico e nelle piazze dove  si ritrovano le antiche arti e mestieri nelle botteghe e vengono allestiti banchetti di legno che vendono mandorle fresche, tostate e anche prodotti di artigianato locale e confezioni oltre a prodotti locali come olio, vino, pecorino, olive, cipolle, pane. Gli stand gastronomici propongono prodotti locali tipici, dolci con le mandorle locali come gli amaretti, la pasta di mandorle. Si può assistere alla preparazione di dolci con le mandorle con i metodi della tradizione. Per l’occasione sono aperte le case storiche di famiglie nobiliari che erano importanti per l’economia del paese. La casa museo racchiude arnesi usati per il lavoro dei campi classico e dell’artigianato in particolare l’intaglio del legno. Nella casa museo Atzei si trovano manufatti in legno e intaglio.

Durante la sagra della mandorla si possono fare degustazioni. Di solito vengono fatte sfilate di maschere tradizionali, carri, sfilate di gruppi folk. Sono frequenti i concerti di musica locale di artisti sardi. Nelle vie acciottolate del centro fra gli antichi portali si possono ammirare le botteghe storiche riaperte per la festa come quella del fabbro, tutte visitabili. Si può visitare il frantoio del seicento. Si possono ammirare i cestini artigianali fatti con le canne che servivano per la raccolta delle mandorle. Durante la sagra si forniscono notizie sulla mandorlicoltura e sulla produzione di altri prodotti. Si può assaggiare il vino Malvasia. Nei musei si possono vedere oggetti della vita povera contadina tutti o quasi  del secolo scorso.

Ci sono poi mostre permanenti di arte sacra con esposizioni di statue in legno intagliato e oggetti di argento. Ci sono riferimenti alla storia della raccolta della mandorla per lo più fatta da giovani e massaie che le mettevano in cestini di canne o vimini e cantavano canti popolari rievocati nella sagra. La sgusciatura avveniva per opera delle donne del paese con martello e pietra. Durante la sagra si possono ascoltare concerti di musica popolare sarda e non, e si possono vedere danze con tamburi e trombettieri e spettacoli etnici con gruppi folk. Sono molte le rappresentazioni sceniche libere della lavorazione della mandorla.

I visitatori possono ammirare la cattedrale di san Giorgio con vetrate artistiche del seicento con il battistero del XVIII secolo e fare una visita ai mandorleti e alla campagna che racchiude ulivi secolari.

La sagra è organizzata dal comune e da varie associazioni culturali con ingresso libero. I parcheggi sono numerosi per chi intende avventurarsi con mezzi propri.

 

Ester Eroli

 

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