BIGLIA

La parola biglia viene da bilia nel senso di sfera, palla usata per vari scopi oltre che per gioco, rotonda, di materiale duro. Il nome deriva probabilmente dal gioco del biliardo dove si usavano palle di avorio poi sostituite dalla plastica. In passato anche per il gioco delle bocce si usavano biglie di vetro colorate e sfumate di varie tonalità. Si usavano pure biglie in acciaio derivate dalla rottamazione industriale dei cuscinetti a sfera. Un tempo i bambini usavano pure biglie ci coccio, terracotta e osso.

Un tempo le biglie di vetro erano il passatempo preferito dei bambini, che giocavano all’aria aperta, in spazi sterrati dove era possibile costruire un percorso e fare delle buche . Nelle grandi città i bambini non giocano più nelle vie e preferiscono passatempi più tecnologici. Il gioco più comune con concorrenti, punteggi, lanci con buona mira, sorteggi era il gioco del triangolo dove vinceva chi tirava fuori dal triangolo più biglie degli avversari. Un gioco molto diffuso è abalone che ha origini francesi ed è nato nel 1987. Si tratta di un tavoliere esagonale e ogni giocatore ha a disposizione ben quattordici biglie di vetro. I campionati si svolgono in Italia e all’estero.

Attualmente ogni tanto si gioca a biglie e si fanno campionati in spiaggia e sulla neve. Molti campionati si sono svolti nella Romagna in particolare a Ravenna e Rimini. Esiste una associazione sportiva dilettantistica. A Rimini tutto si svolge sulla sabbia e si usano biglie più grandi di plastica. Molti bambini che vivono in grandi città non conoscono a fondo l’uso delle biglie che sono entrate invece nell’elenco dei giochi antichi tradizionali. In passato non vi era bambino che non aveva una collezione ricca di biglie dai colori più vari ed eccentrici.

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