CENTRO

Negli ultimi tempi gli assetti, le configurazioni, i volti delle città stanno cambiando. Molti negozi del centro, molti marchi anche prestigiosi si stanno spostando in quartieri periferici, magari residenziali ed eleganti che nulla hanno da invidiare ai quartieri del centro, spesso troppo austeri e sobri nei loro palazzi storici. Note firme si sono trasferite in zone piene di verde, bellissime, ma che sono purtroppo mal collegate. Non ci sono mezzi pubblici sufficienti, servizi, taxi,  punti di ritrovo, punti di riferimento. Con il tempo le differenze si notano e alla fine si è costretti ad esaminare l’idea di abbandonare il nostro locale e negozio di fiducia a vantaggio di uno più a portata di mano.

Spesso per raggiungere certi luoghi ci vuole una giornata, pomeriggi interi trascorsi nel traffico, in auto, sui mezzi pubblici scarsi e affollati. Certe zone sono mal servite e rimangono fuori mano, difficili da raggiungere persino con la metropolitana.

Le persone anziane si dispiacciono perché non possono più fare acquisti nei locali di fiducia, vicino casa  devono cambiare rotta all’improvviso. Molte mercerie, enoteche si sono trasferite, come pure tappezzerie, mercati. Il fenomeno è generale e abbraccia anche gli uffici.

Molte librerie, uffici amministrativi sono stati spostati in periferia creando un enorme disagio ai dipendenti che alla fine arrivano sempre in ritardo, sono stanchi, demotivati, tristi perché devono attraversare tutta la città partendo dal luogo dove abitano. Se prima usavano i mezzi dopo sono costretti nella nuova sede a usare l’auto inquinando e facendo aumentare il traffico.

Gli spostamenti, i traslochi provocano disagi, stress, forme di disadattamento. Si lascia l’ufficio in cui si è lavorato per anni, magari al primo piano, per raggiungere un palazzo di otto piani fuori dal centro dove il traffico è caotico, e i servizi scarsi. Magari vicino non vi è neppure un bar. Ci sono poi stati casi di scippi, furti di auto. Sembra che si voglia punire gli impiegati per colpe inesistenti. Chi decide le sorti degli impiegati non comprende la loro realtà, non si rende conto delle avversità incontrate sul campo,. I disagi sono innumerevoli. Però si continua  a mettere le mani sulla vita degli impiegati che alla fine arrivano sempre più tardi a casa e neppure si godono la famiglia. Quando arrivano sono stressati dopo una giornata di lavoro critica e problemi di viabilità. Tra i particolari più critici si segnalano incidenti, scioperi, disagi, mancanza di taxi e mezzi, mancanza di negozi, di giardini, di punti di ristoro, persino di benzinai. I dipendenti si ritrovano dentro un grattacielo dopo che per anni sono stati tranquilli in un ufficio collocato in centro città dove, nelle città di mare, era possibile pure la vista del mare. Spesso le auto si guastano, le strade sono poco percorribili, piene di buche e dossi. Con la neve e la pioggia i contrattempi si moltiplicano. Ci sono uffici che sono stati collocati in lande solitarie,  sono come cattedrali nel deserto, magari con il cancello in ferro battuto le finestre con inferriate come quelle di un carcere. Spesso ci va di mezzo il rendimento. I dipendenti hanno sempre mal di testa, e sono provati. Si devono alzare presto , andare a letto presto per percorrere i tanti km che li separano dal nuovo luogo di lavoro. Ci sono molti esempi in tal senso. Ci sono uffici persino senza ascensore. Molte scelte non corrispondono a criteri di praticità. Spesso mancano parcheggi. I nuovi modelli lavorativi impongono queste scelte.  I dipendenti devono solo tacere, non possono decidere. Spesso si decide sulla testa della gente senza considerare nulla se non il proprio interesse.

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